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L’ appeal di Linz, capitale europea della cultura 2009 

di Marcello Palumbo
 

Linz e Vilnius si divideranno il prossimo anno il testimone della bicefala capitale europea della cultura, un marchingegno inventato da Melina Mercuri nell’ormai lontano 1985 e che, entrato negli ingranaggi della grande macchina circense dell’Unione Europea, alimenta fra le città candidate uno spirito di competizione molto simile a quello delle tifoserie calcistiche. Ci soffermiamo sugli eventi programmati dal capoluogo dell’Alta Austria poiché qui si sono dati convegno i giornalisti dell’AJE, l’Associazione dei giornalisti europei, richiamati da un evento culturale che non vuole distrarre l’attenzione dai guai risalenti alla crisi economica, ma che anzi cerca di tirare su il morale opponendo ai rischi della depressione le inesauribili risorse delle arti liberali.

Oltre a ricevere un po’ di aiuto finanziario da mamma-Unione Europea, appena un milione e mezzo di Euro, contro i 60 milioni erogati dalla municipalità di Linz, dalla Regione e dallo Stato federale, la città vive questa vigilia di una leadership di un anno col sacro fervore con cui le contrade  del Medioevo si apprestavano a ricevere speciali patenti e privilegi da parte del Sacro Romano Impero. Le autorità locali e l’intera cittadinanza sembrano investite di una particolare aura come di damigelle d’onore d’una volta presso la corte imperial-regia. In vista dell’evento Linz si sta trasformando in una specie di alveare dove tutti si danno da fare a pró dell’ape regina, tutti ad attendere gli ospiti per pilotarli tra mostre, musei, raduni giovanili o per tutte le età, compresa l’infanzia, teatri, musiche, divertimenti, rievocazioni di pezzi di storia, che qui non mancano. Tra le altre reminiscenze si inserisce, funesta, la memoria di Adolf Hitler, nato nei dintorni, a Braunau nel 1889, che a Linz studiò con scarso profitto, e che riservò a questa città un suo progetto urbanistico visibile in una galleria cittadina frequentata da gran numero di curiosi.    

L’appello della cultura non è più riservato a un ristretto circolo di persone, non è più appannaggio di categorie elitarie, un po’ sornione e arcigne, di quelle che trattavano il volgo dall’alto in basso e se ne stavano rinchiuse nelle biblioteche fornite di papiri e preziosi incunaboli, o nei laboratori sperimentali dei secoli scorsi. Da quando la cultura è uscita in strada avvicinando la gente comune attraverso le forme  più svariate, dalle prime cattedre popolari fino alla diffusione del grande e del piccolo schermo, e via via, gonfiandosi come un fiume in piena di eventi artistici, canori, di richiami religiosi e profani d’ogni tipo, forse avrà perduto qualche punto in fatto di raffinatezza intellettuale, ma ha moltiplicato a dismisura la platea dei suoi fruitori e qualche volta, addirittura dei suoi fans.

La designazione a capitale della cultura è anche un modo per esorcizzare i rischi di una depressione economica che trova questa regione nelle migliori condizioni per imbrigliarla e forse sconfiggerla. Tutte le immaginabili energie propulsive sono state concentrate su un programma che ha per traguardo il 2013, e che punta su un binomio in cui vengono al tempo stesso sviluppati i piani produttivi insieme alla strenua difesa della qualità della vita.

Un originale sguardo sull’avvenire prossimo e meno prossimo venturo della specie umana, ma anche delle altre varietà che popolano il pianeta, i visitatori potranno lanciarlo assaporando le differenti proiezioni di come si vivrà nei decenni a venire, percorrendo le sale del Museo del Futuro, o partecipando al programmato Festival dell’ Ars Electronica, mentre per gli amanti delle arti ci sarà solo l’imbarazzo della scelta tra il Lentos Museum, la Brucknerhaus, il Landerstheater, la Landesgalerie, il Festival delle Regioni, il Crossing del film europeo e mille, anzi per la precisione, mille trecento altri progetti. Per la notte del 31 dicembre il direttore artistico del programma, lo svizzero Martin Heller, ha predisposto un’inaugurazione degna dell’annus mirabilis di Linz 2009. Uno spumante esploderà sotto forma di fuochi pirotecnici senza precedenti avvolgendo il cielo dell’intera città e illuminando a giorno piazze, vie e viuzze che si distendono lungo le rive del bel Danubio blu.   

(28 novembre 2008)

 

 

 

 

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