Roma, 19 ottobre 2007 - Con lo scioglimento della società Stretto di
Messina e l'annullamento del contratto "sono stati persi 400-500
milioni di euro. Abbiamo fatto una furbizia". E’ quanto ha detto il
ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, riferendo del voto
in commissione Bilancio con il quale si è deciso l'annullamento del
progetto del ponte. "Di fatto – ha osservato Di Pietro - abbiamo
buttato via 500 milioni, abbiamo fatto come i talebani”.
“Sarà difficile ora ricominciare" ha detto Di Pietro spiegando che
150 milioni sono andati alla società Stretto di Messina per il
progetto preliminare del ponte e la realizzazione di tre gare. Ed ha
aggiunto: "I vincitori di queste gare avranno brindato a champagne
visto che senza spostare un muratore né una cazzuola di cemento
intascano un guadagno del 10% per violazione contrattuale e senza
pagarci nemmeno le tasse". Il costo di tale penale ammonta a 300
milioni in totale che vanno ad aggiungere ai 150 della società di
gestione: "In Italia – ha concluso Di Pietro - funzionano meglio gli
uffici legali che non quelli di progettazione".
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