Bruxelles, 4 settembre 2007 - La presidenza portoghese dell'Ue ha
accolto con favore la fine della crisi al campo profughi di Nahr el
Basred, in Libano, dove l'esercito regolare di Beirut ha preso il
sopravvento sui miliziani estremisti. In una nota la presidenza Ue
ha approvato la linea di ''difesa della supremazia della legge e
dell'unità dello Stato” e ha invitato ''tutti le parti in Libano a
unirsi contro ogni tentativo di destabilizzare il paese''.
Da parte sua il rappresentante dell’Unione europea per la politica
estera, Javier Solana, in missione a Beirut, ha ribadito il sostegno
dell’Ue al Libano, anche per la ricostruzione del campo profughi
palestinesi di Nahr al Bared, in gran parte devastato dai tre mesi
di battaglia tra l'esercito e i miliziani filo al Qaida del gruppo
integralista Fatah al Islam.
Solana ha avuto colloqui con Siniora e con Berri sulla crisi
politica che contrappone da oltre nove mesi il governo sostenuto
dall'occidente all'opposizione guidata dal movimento sciita
Hezbollah sostenuto da Siria e Iran, che minaccia tra l'altro lo
svolgimento delle elezioni presidenziali previste tra il 25
settembre e il 24 novembre, alla scadenza del mandato dell'attuale
presidente Emile Lahoud.
Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, in una conversazione
telefonica da Roma con il leader libanese Siniora ha
ribadito il sostegno alla sua azione paziente ed intelligente,
ma ha anche espresso la preoccupazione perché la pacificazione politica è ancora
da costruire. Dopo il colloquio Prodi ha dichiarato che esistono delle difficoltà in
questo momento, soprattutto in relazione a due passaggi
fondamentali: il processo internazionale per l'assassinio dell'ex
premier Hariri, e le elezioni presidenziali. Prodi ha anche
auspicato la partecipazione attiva della Siria alla prossima
conferenza di pace per il Medio Oriente, prevista per novembre, ma
Damasco dovrà dare segnali di apertura al dialogo.
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