Tripoli, 16 ottobre 2007 - L'Eni ha firmato un accordo strategico
con la Libia che consolida il ruolo del gruppo nel Paese e
consentirà al cane a sei zampe di aumentare la produzione di gas e
petrolio. L'intesa - firmata dall'ad Paolo Scaroni con i
responsabili della Noc, la società petrolifera libica - comporta un
investimento di circa 28 miliardi di dollari per 10 anni (14
miliardi Eni) e il rinnovo dei contratti petroliferi per 25 anni.
Tre gli obiettivi principali raggiunti: rinnovo di tutte le
concessioni con nuove scadenze, 2042 per il petrolio e 2047 per il
gas; estensione delle aree esplorative; aumento delle quantità di
gas per l'Italia.
La spinta a rinegoziare i contratti è stata dettata ai libici dall'
impennata del prezzo del petrolio. Eni, dal canto suo, aveva i
contratti di alcune concessioni di ricchi giacimenti in scadenza.
Con questo negoziato, definito da Scaroni "complicato e difficile",
Eni e Noc hanno siglato un piano di azione per sfruttare al meglio
il potenziale libico. Gli sforzi saranno concentrati per
massimizzare la produzione dei giacimenti storici e sarà dato il via
a una nuova campagna di perforazione dei campi vicini a "quelli
solitamente più promettenti".
L'espansione sarà raggiunta attraverso l'ampliamento della capacità
di trasporto verso l'Italia del gasdotto Greenstream di 3 miliardi
di metri cubi l'anno e grazie alla costruzione di un nuovo impianto
di liquefazione del gas. Per il ministro dello Sviluppo economico
Pier Luigi Bersani l'accordo segna “un passo importante per la
sicurezza energetica e per la diversificazione degli
approvvigionamenti energetici del nostro Paese, mentre si rafforza
il ruolo dell'Italia nel Mediterraneo come partner strategico per i
paesi produttori della sponda Sud".
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