Crisi Honduras, Zelaya sfida i golpisti |
Managua, 26 luglio 2009 - Il presidente deposto dell’Honduras non demorde. Malgrado le critiche arrivate, tra gli altri, dagli Stati Uniti, Manuel Zelaya per il secondo giorno consecutivo, ha sfidato i golpisti. Megafono alla mano, l’ex presidente si è spinto sul confine tra Nicaragua e il suo Paese. Questa volta, però, senza oltrepassarlo. Le sue azioni sono seguite da una folla di simpatizzanti. Ma il rischio che esplodano violenze non è tanto remoto. A El Paraiso, zona di frontiera, è stato ritrovato il corpo senza vita di un giovane con dei segni di tortura. I sostenitori di Zelaya hanno accusato la polizia che, però, ha negato di essere responsabile della morte. Intanto il governo golpista di Tegucigalpa ha schierato un imponente dispositivo di sicurezza nelle zone di confine. Nella capitale il presidente Micheletti ha ricevuto alcuni esponenti del partito repubblicano Usa. Si tratta della prima visita ad alto livello per il presidente golpista, il cui governo non è stato riconosciuto dalla comunità internazionale.
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