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Ue richiama Italia su discariche abusive e acque reflue

 

Bruxelles, 26 giugno 2009 - Ultimatum all'Italia da parte dell’ Unione europea prima che scattino le sanzioni per le discariche abusive presenti sul territorio nazionale. La condanna risale al 2007 e a oggi non ci sono stati provvedimenti per conformarsi alla sentenza. Roma deve rispondere anche sul problema delle acque reflue. La Commissione europea ha fatto pervenire a Roma un ultimatum sulle possibili penalità a cui l’Italia andrebbe incontro in assenza di “azioni tempestive per chiudere e bonificare migliaia di siti illegali e incontrollati di smaltimento dei rifiuti nell'intero paese”. Già nel 2007 l'Italia fu condannata in materia, e a oggi non sono ancora state prese misure conformi alla sentenza.

Da Bruxelles, è arrivato anche un primo avvertimento sull'ulteriore problema connesso al trattamento delle acque reflue. L'Italia, insomma, avrebbe due mesi per intervenire sui “circa 325 i centri urbani che non possiedono un impianto di trattamento delle acque reflue conforme alle norme comunitarie” - come riportato dalla Commissione europea. Il commissario Ue all'Ambiente, Stavros Dimas ha affermato che “i gravi rischi costituiti dallo smaltimento incontrollato dei rifiuti e dal mancato trattamento delle acque reflue urbane sono tra i motivi che hanno indotto l'Ue ad adottare norme che garantiscono i più elevati livelli di protezione dei cittadini e dell'ambiente”, e ha esortato le autorità italiane ad “attuare rapidamente le iniziative necessarie per ovviare alla situazione e dare piena attuazione alla normativa comunitaria in materia di ambiente”.

 

 

 

 

 

 

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