Bruxelles, 24 ottobre 2007 - Riprendere la strada delle riforme a
passo sostenuto dopo un anno caratterizzato dalle elezioni
legislative e presidenziali, portare a termine misure per la libertà
di espressione, i diritti delle donne, la lotta contro la tortura:
questa la strada che deve seguire la Turchia per far ripartire il
negoziato per l'ingresso nell'Unione europea.
Un atteggiamento più conciliante quello adottato sia dalla
Commissione europea che dall'Europarlamento. Sui recenti disordini
al confine con l'Irak, il commissario europeo all'allargamento, Olli
Rehn, ha apertamente difeso Ankara: “La Turchia – ha detto - subisce
continui affrontamenti ai confini da parte dei terroristi del Pkk
che figura nella lista delle organizzazioni terroriste. L'Unione
europea condanna i terroristi e comprende la necessità della Turchia
di proteggere i suoi cittadini”.
Bruxelles ha dato il nulla osta all'apertura di due nuovi capitoli
alle trattative di adesione per la Turchia dove il partito islamista
e pro europeo Akp ha trionfato alle elezioni. Gli eurodeputati hanno
adottato la linea morbida anche sul genocidio armeno: è stato deciso
di non porre più come condizione all'ingresso in Europa il
riconoscimento del genocidio da parte della Turchia.
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