Lubiana 1 gennaio 2008 – Dal primo gennaio, presidente di turno
dell'Unione Europea è la Slovenia, piccolo Paese ex comunista, che
ha proclamato la propria indipendenza solo nel 1991 ed è entrata
nella Ue nel 2004. A Lubiana, le celebrazioni per l'arrivo del 2008
hanno coinciso con quelle per il semestre alla guida dei ventisette.
Per il Paese, il nuovo anno rappresenta una sfida, anche sul
versante interno, come dice il Presidente Danilo Turk: "Da un lato
stiamo vivendo un periodo di progresso politico ed economico.
L'inflazione è un po' un problema e questo provoca incertezza. Spero
però che nel 2008 questo si risolva".
La Slovenia – 2 milioni di abitanti - è il più piccolo paese mai
arrivato alla testa dell'Unione. Ha raccolto il testimone dal
Portogallo e lo cederà alla Francia il primo luglio prossimo. Dalla
Germania e dal Portogallo - che hanno ricoperto l’incarico durante
il 2007 - la Slovenia eredita un calendario prestabilito con un
margine di manovra ridotto dal fatto che la sua presidenza precede
quella della Francia, con la quale Lubiana intende collaborare
strettamente.
Ma la Slovenia intende lasciare la propria impronta, in particolare
sulla spinosa questione del nuovo statuto del Kosovo e della
stabilità dei Balcani occidentali, regione verso la quale si propone
un ruolo ponte con l’Europa. “Questa sarà la priorità più importante
della nostra presidenza” afferma il ministro degli esteri sloveno
Dimitrij Rupel secondo cui “la gestione della parte più complessa
del processo in atto è in mano alla Slovenia e speriamo si possa
concludere sotto la nostra presidenza”. Lubiana intende dare il
proprio contributo anche per accelerare la prospettiva europea per
la Serbia. “Vogliamo che l’accordo di associazione e stabilizzazione
con la Ue venga firmato al più presto possibile” aggiunge Rupel.
Lubiana accompagnerà anche la prima parte delle ratifiche nazionali
del nuovo Trattato Ue approvato sotto presidenza portoghese.
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