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Karadzic consegnato al Tribunale penale internazionale
 

Avvicinamento della Serbia all’Ue

 

Bosnia 1995 - Radovan Karadzic (a destra) accanto a Ratko Mladic, ancora latitante.

Bruxelles, 22 luglio 2008  - Per il Consiglio europeo degli esteri l'arresto dell'ex presidente serbo-bosniaco Radovan Karadzic rappresenta una "tappa importante" per l'avvicinamento della Serbia all'Ue. Karadzic, 63 anni, è stato arrestato in Serbia 13 anni dopo l’emissione della prima condanna da parte del Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia (Tpi) dell’Aia.
Karadzic dovrà affrontare le accuse di genocidio, sterminio, omicidio volontario, persecuzioni, deportazioni e altri crimini connessi al suo ruolo di presidente della Repubblica di Srpska, capo del Partito democratico serbo e comandate supremo delle forze militari serbo bosniache, conosciute come VRS.

In un comunicato diffuso al termine della riunione, il Consiglio europeo degli esteri sottolinea che questo sviluppo illustra l'impegno del nuovo governo di Belgrado a contribuire alla pace e alla stabilità nella regione dei Balcani. Il Consiglio incoraggia il governo serbo a proseguire su questa via e ricorda le conclusioni del summit Ue dello scorso giugno "secondo cui la Serbia può accelerare il suo progresso sulla via dell'avvicinamento all'Ue, compreso lo Statuto di candidato, non appena tutte le condizioni necessarie saranno soddisfatte".  

Il Consiglio esprime il suo incoraggiamento nei confronti del nuovo governo serbo affinché esso intrattenga relazioni positive con l'Ue ei suoi Stati membri e sviluppi un approccio costruttivo nei riguardi degli sforzi dell'Unione europea per contribuire alla pace e alla stabilità della regione dei Balcani. Il Consiglio ricorda "il suo attaccamento al dialogo sulla liberazione dei regimi dei visti con la Serbia e invita il nuovo governo a concentrarsi sulla piena attuazione dei criteri che figurano nella road map".

Da parte sua il ministro italiano degli esteri, Franco Frattini considera che dopo l’arresto di Karadzic l’Ue dovrebbe ratificare presto gli accordi di stabilizzazione e di associazione con la Serbia e pensare poi ad autorizzare Belgrado a presentare una domanda di adesione. L’arresto di Karadzic, ha osservato Frattini “è un grande risultato che dimostra come il processo di avvicinamento della Serbia deve continuare a grandi passi e che l’intera comunità internazionale può tirare un sospiro di sollievo”.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha definito l’arresto di Karadzic “un momento storico per le vittime”. Ban ricorda che le vittime hanno atteso 13 anni per vedere Karadzic portato di fronte alla giustizia. Questo arresto – ha detto - consentirà al Tribunale penale internazionale di avvicinarsi al completamento del suo mandato e di portare giustizia alle vittime degli atroci crimini commessi.

Insieme al capo militare serbo bosniaco Ratko Mladic e al politico serbo Goran Hadzic - tuttora latitanti - Karadzic è ritenuto responsabile del genocidio di Srebrenica, dove nel luglio 1995 furono massacrate 8 mila persone. Il primo ministro serbo Mirko Cvektovic ha invitato gli ultimi due fuggitivi a consegnarsi volontariamente presso il Tribunale internazionale dell’Aia.

 

 

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