Varsavia, 1 novembre 2007 - Donald Tusk non è stato ancora
incaricato premier, ma la sua linea pro-europeista crea già forti
attriti con il presidente Kaczynski. Il Capo dello Stato ha lasciato
chiaramente intendere che potrebbe opporre il veto su alcune
decisioni annunciate da Piattaforma Civica, partito che ha vinto le
ultime elezioni. Tra cui quella di accettare la Carta europea dei
diritti fondamentali.
L'ex governo polacco, in carica fino al 5 novembre, guidato da
Jaroslaw Kaczynski, fratello del presidente, aveva ottenuto in sede
europea di non firmare il documento (che per Varsavia non avrebbe
così assunto valore vincolante). Il timore dei Kaczynski è che la
Carta costituisca una minaccia per l'identità nazionale polacca e
che riapra il dossier relativo alle proprietà e ai beni confiscati
ai tedeschi dopo il 1945.
Ma per Donald Tusk i problemi non sono finiti. Mentre annunciava
l'accordo con il partito dei contadini per la formazione di un
governo di coalizione, il presidente Kaczynski esprimeva riserve
anche sulla candidatura di Radoslaw Sikorski alla carica di nuovo
ministro degli esteri.
Malgrado le rassicurazioni del presidente di voler far ricorso al
diritto di veto solo per difendere gli interessi del Paese, la
coabitazione si annuncia difficile.
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