Islamabad, 3 novembre 2007 –
Il governo
pakistano ha imposto lo stato di emergenza in tutto il paese. La
decisione, presa nel corso di una riunione straordinaria del
Consiglio dei ministri, è ufficialmente dettata dall'acuirsi della
violenza nelle regioni al confine con l'Afghanistan, dove operano
militanti di Al Qaeda e filo-talebani. Il presidente pakistano
Pervez Musharraf ha aggiunto che l'imposizione dello stato
d'emergenza è necessario per mantenere l'unità nazionale davanti a
“gravi conflitti interni” e a interferenze giudiziarie. Dopo
l’annuncio, la polizia pachistana ha circondato la sede della Corte
suprema.
Otto giudici della Corte suprema hanno dichiarato “illegale” lo
stato di emergenza e si sono rinchiusi nell’ufficio del presidente
della Corte suprema, Iftikhar Muhammad Chaudry, che è stato
dichiarato destituito. Al suo posto è stato nominato Abdul Hameed
Dogar, uomo vicino al presidente generale. Entro il dodici novembre,
tre giorni prima della scadenza del mandato del capo dello Stato, la
Corte avrebbe deciso sulla compatibilità dell'elezione di Musharraff
alla presidenza con la carica di capo delle forze armate.
Restrizioni per tutti i media
e telefoni
interrotti
Truppe di paramilitari sono state anche dispiegate presso le sedi
della radio e della televisione pubblica, mentre le trasmissioni
delle tv private sono state temporaneamente sospese.
Tutte le linee telefoniche fisse e mobili sono state interrotte, il
principale canale tv privato è stato oscurato. In serata la polizia
ha invaso la sede dell'emittente Aaj Tv, a Islamabad, e ha tentato
di sequestrare materiale pronto per essere trasmesso: "La polizia è
entrata nei nostri uffici ed un ufficiale giudiziario sta tentando
di sequestrare nostro materiale".
Benazir Bhutto rientrata in patria da Dubai
Lo stato di emergenza “danneggerà il processo democratico”. Lo ha
detto l'ex premier e leader dell’opposizione Benazir Bhutto,
rientrata in patria d'urgenza da Dubai dove era andata giovedì
scorso a trovare le sue tre figlie. Bhutto ritiene che l'obiettivo
della proclamazione della legge marziale è quello di rinviare di
uno, o due anni, le elezioni previste a gennaio."Stiamo tornando
indietro - ha aggiunto l'ex premier - verso la dittatura. Se
Musharraf non ci ripensa sarà molto difficile avere elezioni
giuste".
L'ex primo ministro pachistano, rientrata in patria il mese scorso,
ha detto che pensa di consultare gli altri leader politici del paese
per esaminare quali azioni intraprendere "per rovesciare la
sospensione della costituzione". Intanto l'avvocato e leader
dell'opposizione pachistana Aitzaz Ahsan è stato fermato dalla
polizia.
Il presidente non può comandare l’esercito
Intorno alla Corte suprema si gioca la partita più importante per il
presidente e generale pakistano Musharraf. Infatti Chaudry è deciso
a far valere la costituzione pakistana che vieta al capo delle forze
armate di essere allo stesso tempo presidente. Già sospeso a marzo
con l'accusa di abuso di potere, Chaudry è diventato un eroe
dell'opposizione. Durante un suo comizio, a maggio a Karachi, 43
persone sono morte negli scontri con i sostenitori del presidente.
Due mesi dopo Chaudry era stato reintegrato nel suo incarico.
Le speranze di una transizione alla democrazia, favorite dal ritorno
in patria dopo 8 anni dell'ex primo ministro Benazir Bhutto, si sono
rapidamente spente. Non solo perchè Musharraf non ha mantenuto la
sua promessa di rinunciare all'incarico di capo delle forze armate,
ma anche per l'inasprirsi delle violenze da parte dei
fondamentalisti.
Altro fronte caldo per Musharraff è l'onda di attentati che si
susseguono nel paese da mesi. Il più grave, il 18 ottobre scorso,
giorno del ritorno della Bhutto dall'esilio volontario, ha provocato
la morte di 139 persone. Al Qaida ha promesso vendetta, dopo
l'assalto dell'esercito pachistano alla moschea rossa di Islamabad,
a luglio quando oltre un centinaio di integralisti rimasero uccisi.
Riprovazioni di Usa, Ue, Gb e India
La decisione di Musharraf di proclamare lo stato d'emergenza in
Pakistan è stata appresa con “profondo disappunto” dalla Casa
Bianca. Il segretario di Stato americano, Condoleeza Rice, ha
definito le ultime iniziative del generale pachistano “estremamente
riprovevoli” ed ha affermato che Washington non appoggia le “misure
extracostituzionali”.
La Commissione europea e anche il premier britannico Gordon Brown
hanno espresso preoccupazione e ritengono “molto importante che il
Pakistan continui la sua transizione democratica” e che le elezioni
parlamentari si svolgano “entro i tempi previsti e cioè a metà
gennaio, secondo il processo costituzionale”. L'India chiede al
Pakistan un “rapido ritorno alla normalità”.
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