Pakokku, 31 agosto 2007 - Per la prima volta dalla repressione di
fine settembre, i monaci buddisti sono tornati in piazza. Sono circa
in 200 i religiosi che hanno marciato, pregato e cantato nella città
di Pakokku, vicino alla nuova capitale Naypyidaw. Pakokku, uno dei
principali centri spirituali della ex Birmania, è la stessa città
dove lo scorso 5 settembre erano avvenute le prime proteste, poi
dilagate alla vecchia capitale Rangoon e a tutto il Paese.
Mentre c’è attesa per la seconda missione dell'inviato dell'Onu,
Ibrahim Gambari, che sarà in Myanmar dal 3 all'8 novembre per
tentare di riavvicinare il governo e l'opposizione, la giunta
militare birmana ha rilasciato ieri sera sette membri del partito
d'opposizione guidato da Aung San Suu Kyi che erano stati arrestati
in seguito alle manifestazioni in favore della democrazia ed erano
detenuti da oltre un mese nel carcere di Insein, a Rangoon. Lo ha
riferito la Lega nazionale per la democrazia, precisando che tra i
prigionieri scarcerati c’era Myint Thein un portavoce della Lega.
Dei 300 membri del partito arrestati,150 sono ancora detenuti.
Intanto, da un rapporto dell'organizzazione Human Rights Watch, si
apprende che la giunta militare abbia autorizzato dei reclutatori a
comperare bambini (alcuni dell'età di dieci anni), a volte
sottraendoli con forza alle famiglie. I bambini-soldato vengono
avvicinati principalmente in luoghi pubblici, come le fermate
d'autobus e spesso i piccoli sono convinti con minacce d'arresto a
seguire i militari. Secondo il rapporto di Hrw sarebbero migliaia i
bambini arruolati in questo modo.
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