New York, 12 ottobre 2007 - L'Onu bacchetta il Myanmar per le
recenti repressioni. Il Consiglio di sicurezza ha adottato una
dichiarazione in questo senso ottenendo anche il voto favorevole
della Cina, il più stretto alleato dell'ex Birmania. “Il Consiglio
di sicurezza – ha affermato il presidente di turno - deplora
fermamente l'uso della violenza contro le manifestazioni pacifiche
in Myanmar”. Meno forte di una risoluzione, la dichiarazione
dell'organo esecutivo delle Nazioni Unite invita le autorità a
rilasciare tutti i prigionieri politici e a iniziare un dialogo con
la leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi.
L'ambasciatore degli Stati Uniti Zalmay Khalilzad ha aggiunto che
“il messaggio al governo birmano è di fare ciò che la dichiarazione
richiede, altrimenti fra due settimane torneremo sull'argomento”.
Più accomodante invece il rappresentante di Pechino, Liu Zhenmin:
“Spetta al governo del Myanmar e al suo popolo risolvere la
questione. Auguriamo buona fortuna al popolo del Myanmar”.
Dalla frontiera intanto continuano a filtrare nuovi video girati di
nascosto durante le manifestazioni di settembre. La giunta militare
del Myanmar ha ammesso che 10 persone sono state uccise ma secondo
alcuni dissidenti i morti potrebbero essere centinaia, poi cremati o
sepolti in fosse comuni.
|