Bruxelles, 6 settembre 2007 – Per il Kosovo si sta facendo strada
l’ipotesi della divisione. Pristina e Belgrado, infatti, non trovano
l'accordo e la mediazione delle Nazioni Unite è servita a poco. La
provincia serba, a maggioranza albanese, sotto il controllo Nato,
chiede l'indipendenza sin dal 1999, quando cadde Milosevic. La
Serbia si oppone, benché sia disposta a concedere una forte
autonomia.
Una troika di diplomatici, rappresentanti di Stati Uniti, Russia e
Unione europea, è al lavoro per trovare una soluzione. Washington è
disposta a riconoscere il Kosovo come Stato. Mosca è con Belgrado.
Bruxelles sostiene il piano dell'inviato Onu, Martti Ahtisaari, che
concederebbe alla provincia un'indipendenza sotto una supervisione
internazionale. Pristina, intanto, minaccia una dichiarazione
d'indipendenza unilaterale a partire dal dieci dicembre.
All'interno dell'Europa stessa, inoltre, ci sono paesi come Spagna e
Ungheria che vedono nell'ipotesi di indipendenza del Kosovo un
precedente pericoloso per le minoranze al loro interno. Ecco perché
non si esclude la possibilità di una divisione della provincia: a
nord i centomila serbi. Il sud a Pristina.
|