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Tegucigalpa, 8 luglio 2009 - Dopo nove giorni di proteste post golpe militare, il presidente deposto dell'Honduras, Manuel Zelaya, e il leader ad interim, Roberto Micheletti, hanno deciso di incontrarsi. A mediare i colloqui, che si profilano sin da ora molto complicati, il presidente del Costa Rica Oscar Arias, premio Nobel per la Pace 1987. Arias ha fatto sapere che i due rivali si incontreranno giovedì nella sua casa di San Jose.

Ieri il segretario di Stato americano Hillary Clinton, che ha incontrato a Washington Zelaya, ha offerto il suo sostegno alla mediazione del Costa Rica. L'incontro tra il presidente, costretto all'esilio dai golpisti, e l'amministrazione Obama è arrivato dopo l'aumento delle pressioni nei confronti di Micheletti che vorrebbe cambiare la costituzione. Zelaya, spodestato dall'esercito lo scorso 28 giugno, si trova attualmente in esilio coatto in Costa Rica. Al suo posto si è insediato pro-tempore Micheletti, conservatore di origine italiana, che ribadisce di aver preso il potere attraverso un processo di “successione costituzionale” e non con un colpo di Stato.

In questi giorni tante le manifestazioni di protesta nelle strade del Paese. Anche i sostenitori del governo ad interim non hanno esitato a scendere in piazza. Oggi, intanto, verrà riaperto l'aeroporto (chiuso per le sanguinose proteste avvenute dopo il tentativo fallito di rientro in patria di Zelaya). Resta invece ancora il coprifuoco, segno tangibile di una situazione ancora tutta da definire.

Il portavoce dell'Alto Commissariato per i diritti umani ha condannato ''l'uso eccessivo della forza'' da parte delle autorita' nel corso delle proteste costate la vita, la scorsa settimana, ad almeno due persone. L'Osa, Organizzazione degli Stati Americani, ha sospeso l'Honduras nel corso di una sessione d'emergenza, mentre la comunità internazionale esercita pressioni minacciando di congelare gli aiuti, richiamare gli ambasciatori e effettuare embarghi commerciali temporanei.

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