Bruxelles 14 ottobre 2007 - Sospesi oltre 10 mila domini “.eu”. E'
questa la decisione di EURid, associazione no-profit selezionata
dalla Commissione europea per la gestione di internet e dei siti
registrati con il dominio .eu, dopo la scoperta di alcune
irregolarità. Sembra infatti che una donna cinese, Zheng Qingyin
abbia registrato, usando nomi generici e numeri, circa diecimila
domini violando un regolamento Ue. Infatti secondo le norme
stabilite nel 2002, solo i cittadini residenti in uno Stato membro
dell'Unione europea o le aziende con sede legale in Europa possono
registrare un sito all'indirizzo “.eu”.
L'episodio in effetti è emerso già da qualche tempo ma ancora non è
stata presa una decisione formale poiché è difficile dimostrare che
la signora Zheng portava avanti un' attività illecita di
compravendita dei domini a fini speculativi. Per molti invece il
caso è un chiaro esempio di "cyber squatting", termine che indica un
uso fraudolento dei domini ceduti a prezzi rialzati.
Entro un anno dovrebbe comunque concludersi la bagarre giudiziaria
ma la vicenda crea un importante precedente. EURid già lo scorso
anno era stato costretto a sospendere circa 74 mila domini e a
denunciarne 400 accusati di irregolarità. Le registrazioni infatti
erano ad opera di pochi gruppi intenzionati a garantirsi i domini a
fini di lucro o a rivenderli agli americani.
Nonostante l'autorità preposta al controllo, è sempre più difficile
controllare la legalità e gli scopi dei domini .eu che aumentano
vertiginosamente. Secondo le ultime stime infatti è stata ormai
raggiunta la quota di oltre 2 milioni e mezzo.
Il via libera al ".eu" risale al 2001, quando l'Icaan (Internet
Corporation for Assigned Names and Numbers), l'autorità mondiale che
gestisce la rete, ha concesso l'autorizzazione finale. Il processo è
avvenuto tramite una registrazione ordinata che ha evitato la "ciberoccupazione",
cioè l'appropriazione di nomi e marchi commerciali a fini di lucro
come si è verificato in passato nel caso di altri domini.
|