New York, 1 agosto 2007 - Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha
approvato all'unanimità una risoluzione per l'invio di una Forza
internazionale in Darfur, la regione del Sudan in preda alla guerra
civile. Il Consiglio, riunito sotto la presidenza del rappresentante
della Cina, Wang Guangya, autorizza l'invio – entro il prossimo
ottobre - di una forza mista Onu-Unione africana di circa 26 mila
uomini a sostegno dei settemila soldati dell’Unione africana già
presenti nella regione occidentale del Sudan.
Sarà la forza
di peace-keeping più grande e costosa mai deliberata in sede Onu,
con un costo complessivo solo per il primo anno di 2 miliardi di
dollari.
Decisiva, nell'accelerazione finale per l'approvazione, la
determinazione di Francia e Gran Bretagna, che hanno presentato in
due settimane quattro bozze di risoluzione, vincendo le resistenze
della Cina, contraria all'utilizzo della forza da parte della
missione di peace-keeping. Il testo ha aggirato l'ostacolo,
affermando che saranno prese le necessarie misure per proteggere i
membri della missione militare e i civili che forniscono aiuto
umanitario ai profughi sotto minaccia senza pregiudizio verso le
responsabilità governative.
Nella soluzione della crisi del Darfur, come nel caso delle
infermiere bulgare rilasciate dalla Libia, spicca il protagonismo
della Francia dopo l'insediamento di Nicolas Sarkozy all'Eliseo.
Infatti Parigi ha ospitato nel giugno scorso la prima conferenza
internazionale sul Darfur, e Sarkozy ha annunciato che visiterà
presto la regione. Ma soprattutto, la Francia è pronta a inviare i
propri militari in Darfur.
La
risoluzione chiede inoltre al segretario generale delle Nazioni
Unite, Ban Ki-moon, di riferire ogni trenta giorni al Consiglio di
sicurezza sullo svolgimento della missione. Per Ban Ki-Moon, si
tratta di una operazione storica per aiutare il popolo del Darfur.
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