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L’attentato contro il corteo ha causato 133 morti e 290 feriti
 

Benhazir Bhutto resta in Pakistan



Karachi , 19 ottobre 2007 - Condanne unanimi dell'attentato contro il corteo dell'ex primo ministro pakistano Benazhir Bhutto, il cui bilancio definitivo è di 133 morti e di 290 feriti.
La Cina, l'India, gli Stati Uniti, il Giappone e il Segretario generale dell'Onu tutti hanno espresso sdegno per questo attacco a poche ore dal ritorno in patria della Bhutto. L'ex premier è rimasta illesa ed è stata portata al sicuro dalle forze di sicurezza. Ventimila agenti erano stati dispiegati dopo le minacce di attentati profferite nei giorni scorsi da al-Qaida e dagli estremisti islamici.

Il kamikaze è stato identificato in mezzo agli altri cadaveri. Secondo gli investigatori si tratta di un giovane di una ventina d'anni, le analisi del Dna sono in corso. In Pakistan negli ultimi mesi diversi attentati hanno fatto centinaia di morti. Quello della scorse notte è il più sanguinoso nella storia del paese asiatico.

Benhazir Bhutto ha fatto sapere ai suoi sostenitori che nonostante l'attentato subìto resterà in Pakistan per condurre il suo partito popolare alle prossime elezioni politiche a metà gennaio.
L'ex premier si era rifugiata a Londra negli ultimi 8 anni per sfuggire alle accuse di corruzione che gli erano state mosse in patria. Il ritorno, festeggiato da centinaia di migliaia di persone, è stato possibile grazie a un'immunità concessa dal governo del presidente Musharraf.

 

 

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