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Russia, Medvedev condanna il regime stalinista


 

Mosca, 30 ottobre 2009 - Cerimonia religiosa a Mosca per ricordare milioni di vittime delle purghe staliniane. La celebrazione si è svolta davanti alla Lubianka, la sede della polizia segreta sovietica diventata il simbolo della repressione. Ma in piazza si contavano soltanto circa 500 persone, segno che il Paese è ancora diviso sulla propria memoria storica.

Oggi, per la prima volta, Dimitri Medvedev, il presidente di un Paese in cui parte dell’opinione pubblica continua a guardare a Stalin come al salvatore della Patria e all’artefice della vittoria sulla Germania nazista nel 1945, ha condannato il regime stalinista. “Potremmo sentire da qualcuno - ha detto - che il massacro può essere stato giustificato da un’alta ragion di Stato. Ma sono sicuro che né lo sviluppo del Paese, né tantomeno il suo successo o la sua ambizione dovevano essere raggiunti pagando il prezzo di sofferenze e perdite umane. Niente vale di più che la vita umana e non possiamo scusare la repressione”

Le organizzazioni umanitarie, dal canto loro, sono contrarie al ripristino di statue e iscrizioni dedicate al dittatore. Stalin, che morì nel 1953, recentemente è stato scelto dai russi come la terza figura, per importanza, nella storia del Paese.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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