Intervento di Tony Blair al Meeting di Rimini |
Rimini, 27 agosto 2009 - Tony Blair conquista la platea del Meeting di Rimini. L'ex premier britannico ha definito un '”privilegio” l'essere stato invitato d essere “associato” a Comunione e Liberazione, soprattutto per un “neo-arrivato nella Chiesa Cattolica”. Blair, infatti, si è convertito al cattolicesimo nel 2007, ha spiegato con una battuta, per “colpa” della moglie Chierie. “Man mano che passava il tempo - ha raccontato Blair - andavo a messa già da molti anni, ho sentito che la Chiesa cattolica era la mia casa, non solo per il magistero e la dottrina, ma anche per la dimensione universale della Chiesa cattolica”. Nel suo intervento, Blair ha sottolineato i “limiti dell'individualismo” che si vedono anche nella recente crisi finanziaria, analizzando la quale si capisce che “il perseguimento del massimo profitto a breve termine, senza guardare al bene comune, è un errore e non porta né al profitto né al bene”. Oggi il pericolo della ricerca del piacere fine a se stesso riguarda soprattutto i giovani ed è qui che entra in gioco “la fede che può mostrarci il senso del dovere verso gli altri e la responsabilità per il mondo intorno a noi”.
Blair ha ricordato che viviamo nell'era della globalizzazione e un
pericolo è che perdiamo la nostra identità. Un rischio che va
evitato perché la globalizzazione può mettere insieme persone di
differenti fedi, ma questo non vuol dire che tutti diventiamo una
sola credenza. Blair rileva che troppo spesso la religione è vista come una sorgente di conflitti e invece il ruolo della fede oggi è quello di fare quello che da soli non si può fare. Ed è per questo che in tutte le nazioni, e nella comunità delle nazioni “la voce della Chiesa dovrebbe essere ascoltata. Fede e ragione sono alleate, non in opposizione - ha detto Blair - si supportano e si rafforzano l'un l'altra. Non sono in lotta per la supremazia perché insieme sono nel primato. E' per questo - ha concluso - che “la voce della Chiesa dovrebbe essere ascoltata ed è per questo che la Chiesa dovrebbe parlare chiaramente e apertamente”.
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