Shoah, Alemanno: giusto ricordare “Olocausti dimenticati” |
Auschwitz, 26 ottobre 2009 - ''Pensiamo sia giusto e doveroso ricordare i cosiddetti 'Olocausti dimenticati', quelli meno conosciuti, ma che fecero parte del progetto di sterminio del nazismo. Questo insegna, soprattutto ai giovani, a rifiutare ogni forma di intolleranza e di violenza ed è per questo importante che si ripeta ogni anno questo viaggio ad Auschwitz''. A dirlo il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, parlando ai giornalisti al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, dove è giunto nel pomeriggio per unirsi agli studenti romani da ieri in Polonia, per il “Viaggio della memoria”. Una cerimonia al Muro della morte nel cortile tra i Block 10 e 11 di Auschwitz ha concluso la visita dei ragazzi al campo di sterminio. Alemanno ha deposto una corona a nome del Comune di Roma alla presenza del rabbino Alberto Piattelli e di monsignor Slawomir Oder, postulatore della causa di beatificazione e canonizzazione di Giovanni Paolo II, i quali hanno accompagnato i giovani presenti in due momenti di preghiera e riflessione. Alla cerimonia ha preso parte la delegazione del Comune, formata, tra gli altri, dagli assessori capitolini all'urbanistica e alla scuola, Marco Corsini e Laura Marsilio, da Antonio Gazzellone, presidente della commissione politiche educative, Alessandro Onorato, consigliere comunale dell'Udc, il delegato alla Memoria, Claudio Procaccia, e i rappresentanti delle associazioni di omosessuali, rom, disabili e partigiani. E, al termine, Alemanno è tornato parlando con i giornalisti, come aveva fatto qualche giorno fa, sul senso di questa esperienza per i ragazzi. Li aveva avvertiti incontrandoli in Campidoglio: ''Il viaggio ad Auschwitz-Birkenau, sarà un viaggio verso l'inferno''. Ed oggi il Sindaco ha ribadito il concetto sottolineando che i questi luoghi si può toccare con mano ''la profondità del male che si può manifestare nell'animo umano e contemporaneamente si vede la reazione eroica che tante persone hanno avuto verso questo male. Un'esperienza profondissima, che ognuno si porta dentro il cuore. Per me e' stata un'esperienza umana molto formativa''. Per Alemanno del resto ''l'esperienza della memoria non deve essere soltanto un fatto culturale rivolto al passato - ha aggiunto in merito ad alcuni episodi di intolleranza avvenuti a Roma - ma deve anche servire a dare orientamenti per i comportamenti quotidiani e per il futuro. Abbiamo sempre la malapianta dell'intolleranza e dell'aggressività, fenomeni che si riproducono nei contesti metropolitani e dobbiamo fare in modo che i giovani, attraverso la cultura e i valori, siano in grado di reagire a questa cultura negativa e a queste tentazioni, che per fortuna appartengono solo a poche persone, ma non bisogna essere indifferenti e questo è uno dei grandi messaggi che vengono da questi viaggi''. E riferendosi all'utilità di questi viaggi, Alemanno ha spiegato che si tratta di esperienze particolarmente formative ''per questi giovani, che non sono stati presi a caso, ma in rappresentanza dei loro istituti scolastici. “Questi studenti hanno il compito, una volta tornati a Roma, di trasmettere quello che hanno visto e sentito. Si tratta di fare, non solo un'educazione intellettuale, ma anche una formazione di valori. Questo viaggio - ha aggiunto - è il più importante, ma fa parte di un percorso formativo che comprende anche altre esperienza della memoria, come quelle di Berlino, alla Foibe, a Hiroshima e Nagasaki''. Per Alemanno ''bisogna fare in modo che la memoria degli orrori del Novecento, degli aspetti terribili del totalitarismo, come nazismo, comunismo e fascismo, siano ricordati per costruire una coscienza della dignità dell'essere umano”.
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