Nucleare, indagine Aiea su impianto clandestino in Iran |
Pittsburgh, 25 settembre 2009 - Monito all'Iran di Barack Obama, Nicolas Sarkozy e Gordon Brown, dopo che l'Aiea ha confermato l'esistenza di un secondo impianto per l'arricchimento dell'uranio, costruito in segreto. A margine del vertice del G20 a Pittsburgh, i tre leader hanno convocato d'urgenza una conferenza stampa per denunciare la pericolosa escalation di Teheran. "Ci aspettiamo che l'Aiea (l’Agenzia internazionale dell’energia atomica) indaghi immediatamente su questa allarmante notizia e riferisca al 'board' dei governatori", ha affermato Obama. Il presidente americano ha osservato che il nuovo impianto è "in contraddizione" con un programma nucleare pacifico. Obama ha definito le attività iraniane "una sfida diretta" al regime di non proliferazione nucleare e ha avvertito che Teheran deve agire immediatamente per ripristinare la fiducia della comunità internazionale, in particolare aprendo il nuovo impianto agli ispettori. Obama ha quindi affermato che nel corso della riunione tra l'Iran e le potenze del 5+1 (formato dai cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu più la Germania), prevista per il 1° ottobre a Ginevra, la Repubblica islamica dovrà essere pronta a cooperare completamente con l'Aiea o rischierà un ulteriore isolamento. Il presidente francese, Sarkozy, ha affermato che Teheran porta la comunità internazionale su una strada pericolosa e ha promesso un inasprimento delle sanzioni se entro dicembre le autorità iraniane non cambieranno drasticamente il loro atteggiamento. Un analogo impegno è venuto dal premier britannico Brown, che ha definito "ingannevole" l'atteggiamento iraniano. In base alle informazioni ricevute dalla Casa Bianca, il nuovo impianto è ancora incompleto ma potrebbe ospitare fino a 3mila centrifughe. Secondo il New York Times si trova sotto una montagna nei pressi di Qom, città santa sciita 160 chilometri a sud di Teheran. Dopo le informazioni dell'intelligence Usa, la sua esistenza è stata ammessa dalle autorità iraniane in una lettera arrivata lunedì scorso al direttore generale della stessa Aiea, l'egiziano Mohamed ElBaradei. Finora era noto soltanto un unico impianto di arricchimento situato a Natanz, nell'Iran centrale, sul cui funzionamento vigilano da tempo gli ispettori Onu. Ieri, nel presiedere la seduta del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite coincidente con l'annuale sessione ordinaria dell'Assemblea generale, Obama aveva ottenuto l'approvazione all'unanimità di una risoluzione, presentata appunto dagli Stati Uniti, contro la proliferazione nucleare. Stando a un portavoce dell'Aiea, le autorità iraniane hanno precisato che il nuovo impianto è una struttura-pilota ancora in fase di costruzione e destinata inoltre esclusivamente allo sviluppo di combustibile nucleare per la produzione di energia elettrica per scopi civili. L'Aiea ha chiesto all'Iran di mettere a disposizione informazioni specifiche sull'impianto, e di permettere il più presto possibile l'accesso agli ispettori Onu. Si prevede che l'impianto possa entrare in funzione l'anno prossimo.
L’ITALIA CON OBAMA, SARKOZY E BROWN PER UNA NUOVA INDAGINE DELL’AIEA “Il governo italiano - prosegue la nota - si augura che la prossima tornata di trattative, che inizierà il 1° ottobre a Ginevra, faccia chiarezza anche su questo punto; e che in tale occasione l'Iran inizi a dimostrare concretamente la sua disponibilità al negoziato sulla questione nucleare e su altri temi delicati di attualità internazionale”. Al riguardo l’Italia ha avviato approfondite consultazioni con i principali partner europei e gli Stati Uniti.
FRATTINI, LA SCOPERTA DEL NUOVO IMPIANTO GETTA OMBRA SUL NEGOZIATO Teheran ha assicurato che la centrale rispetterà i dettami dell'agenzia Onu per l'energia atomica, ma il capo della Farnesina ha sottolineato che "questa dichiarazione arriva dopo la scoperta fortuita ad opera dell'intelligence e non con una notifica all'Aiea da parte di Teheran". "Il negoziato inizia con questa ombra che l'Iran dovrà dissipare", ha aggiunto il ministro. "Una finestra di opportunità è importante", ha spiegato il titolare della Farnesina, "ma da qui alla fine dell'anno dovremo tirare le somme". Nel frattempo Frattini ha approfittato di un incontro a New York con numerosi colleghi di altri Paesi per proporre l'allargamento del gruppo negoziale con Teheran. “Solana negozierà a nome del 5+1 - ha spiegato - e lo farà sulla base degli elementi forniti da un certo numero di Paesi” Del nuovo gruppo fanno parte l'Italia e i Paesi del Golfo Persico ma, secondo il capo della Farnesina, bisognerà pensare di coinvolgere anche l'India perché "non si può pensare di imporre sanzioni sui derivati petroliferi all'Iran se non si coinvolge il principale esportatore che à proprio New Delhi".
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