Le decisioni del Sinodo africano in un documento presentato al Papa |
Stop a pena morte e a mutilazione genitali femminili |
''La dignità della persona richiede che i suoi diritti fondamentali siano rispettati anche quando essa non rispetta i diritti degli altri. La pena di morte fa fallire tale intenzione. A volte, la pena di morte è usata per eliminare gli oppositori politici. Inoltre, la povera gente che non può difendersi da sola, è più facilmente soggetta a questa pena definitiva e inappellabile. Questo sinodo invoca l'abolizione totale e universale della pena di morte''. ''E' giunto il tempo di bloccare questa pratica di mutilazione genitale femminile come processo verso la maturità e l'acquisizione di un nuovo status di femminilità. Le donne nascono con alcune parti del corpo per buoni motivi, così come accade per l'uomo. Se Dio voleva che queste parti non ci fossero, perché le ha create?'', è il forte monito venuto dal sinodo dei vescovi per l'Africa da mons. Michael George Mabuga Msonganzila, vescovo di Musoma in Tanzania. ''La mutilazione genitale femminile - ha detto ancora - ha effetti negativi e traumatizzanti per la salute, e molte giovani donne sono morte. Questa pratica le indebolisce fisicamente ed emotivamente. I genitori (soprattutto le madri) sono vittime delle loro usanze, educazione e pratiche culturali che non sono mai cambiate nel corso degli anni''. Quanto all'"aborto è contrario alla volontà di Dio e ai diritti umani e quindi al diritto alla vita'' anche quando si parla di violenza sessuale o di rischi per la salute della donna. La proposizione numero 20 fa riferimento al protocollo di Maputo documento dell'Unione africana sul tema della salute riproduttiva. Già Benedetto XVI nel suo viaggio in Africa di qualche mese fa aveva fatto riferimento al protocollo criticandolo apertamente. I padri sinodali citano il passaggio di quel documento che affrontava il tema della salute riproduttiva accettando l'aborto terapeutico in caso di "violenza sessuale, stupro, incesto o quando la gravidanza mette a rischio la salute della donna o del fato". Dopo aver ribadito che l'interruzione della gravidanza è contro la volontà di Dio, i padri sinodali spiegano. ''La Chiesa condanna questa posizione sull'aborto, proclamando che per valore e dignità la vita umana sia protetta dal concepimento alla morte naturale. I padri sinodali invitano la Chiesa in Africa e nelle sue isole a dedicarsi a usare i mezzi e le strutture necessari per accompagnare donne e coppie tentate di abortire. Inoltre lodano il coraggio dei governi che combattono l'aborto nelle loro legislazioni''. ''Tra alcuni recenti e preoccupanti sviluppi'' che riguardano il fenomeno migratorio ''c'è una legislazione che penalizza tutti gli ingressi clandestini nelle nazioni straniere'' e l'azione di ''consolati e polizie di frontiera che discrimina negli aeroporti i passeggeri africani''. E' quanto affermano nelle proposizioni finali i 240 padri sinodali. La proposizione numero 28 ricorda che in Africa ci sono ''circa 15 milioni di migranti che cercano una patria'', un fenomeno dovuto alle ingiustizie e alle crisi socio-politiche in alcune aree del continente. Si ricorda poi che ''molti rifugiati stanno languendo in prigione, centinaia sono già morti''. ''Questa situazione precaria per tanti stranieri - affermano i padri sinodali - dovrebbe essere vinta dalla solidarietà di ciascuno; invece essa causa molta paura e ansietà. Molti considerano gli immigrati un peso e li e li considerano con sospetto e li ritengono una minaccia. Tutto ciò porta spesso a espressioni di intolleranza, xenofobia e razzismo''.
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