Stoccolma, le Giornate europee per lo sviluppo |
Nuovi media per dar voce alla democrazia |
Il web "permette a molti di essere informati e ampliare la propria capacità di apprendimento dall'esperienza degli altri", ha sottolineato il presidente della Liberia, signora Ellen Johnson-Sirleaf, che ha insistito: "E' un modo rivoluzionario di fare e ricevere informazione che permette ai giovani di partecipare in modo più attivo per la costruzione della società. Un mezzo indispensabile di cui vanno sfruttate tutte le potenzialità. Anche se - avverte la leader africana - nasconde aspetti negativi evidenti, come l'allontanamento dai libri dei giovanissimi. I ragazzi non leggono più". A fare da contraltare, il racconto del primo ministro del Kenya, Raila Odinga, sulla propria esperienza di blogger. "Si tratta di un canale costante di comunicazione che uso ogni giorno per parlare con i miei concittadini", ha sottolineato Odinga, dicendosi convinto che "i nuovi media avranno un ruolo sempre più importante e delicato per il futuro: sono porte di comunicazione aperte a tutti i livelli della comunità". Nell'incontro si è parlato anche della telefonia mobile, che ha trasformato i media in Africa. Nel continente sono sempre di più le persone che utilizzano i loro telefoni cellulari per accedere a Internet e ascoltare la radio, in particolare le radio comunitarie. Solo in Kenya, ha riferito il premier, se fino a tre anni fa ad avere il cellulare erano in duecentomila, oggi quel numero supera i 17 milioni. Allo stesso tempo, però, i nuovi media aprono spazi "oscuri", ha continuato Odinga, come la pornografia infantile e la tratta di esseri umani. Per questo, hanno convenuto i partecipanti, occorre porre dei limiti, soprattutto negli ambienti istituzionali e tutelare le categorie più vulnerabili da possibili nuovi strumenti di sfruttamento. Le Giornate europee dello sviluppo, che si chiudono oggi, rappresentano un forum annuale organizzato dalla Commissione europea e dal Paese che detiene la presidenza dell'Unione, attualmente in Svezia. Clima, a Copenaghen serve la spinta di Obama Per avere successo a Copenaghen e spuntare un accordo efficace sul clima, la comunità internazionale ha bisogno della "spinta positiva" del presidente Usa Barack Obama. Ne sono convinti gli esperti di clima e i politici che hanno partecipato alla sessione dedicata ai cambiamenti climatici, durante le Giornate europee per lo sviluppo. "Obama deve mettere il suo peso politico a sostegno di Copenaghen", ha sottolineato Rajendra K. Pachauri, Nobel per la pace 2007 e presidente del Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (Ipcc). Nonostante le voci secondo cui l'inquilino della Casa Bianca non sarà al summit sul clima di dicembre, il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, nel suo intervento ha affermato con ottimismo di aspettarsi invece che "Obama verrà a Copenhagen". Durante il dibattito molti dei relatori sono tornati sull'opportunità di una leadership da parte della nuova amministrazione statunitense per la causa contro i disastri provocati dagli effetti del surriscaldamento del pianeta. Il Nobel per la fisica e consigliere Usa per l'ambiente, Mario Molina, ha ribadito che "il presidente Usa è impegnato in prima persona" per il raggiungimento di una intesa efficace a Copenaghen, ma ha precisato che "serve l'approvazione del Senato degli Stati Uniti, e il tempo è sempre più breve". Molino ha fatto capire che per ottenere un voto positivo al Senato, le economie emergenti come la Cina e l'India devono essere disposte ad accettare gli impegni vincolanti di riduzione delle emissioni. Ruolo leader dell’Ue alla conferenza Onu sul clima L'Europa deve prendere l'iniziativa alla Conferenza internazionale Onu di Copenaghen per i nuovi negoziati sugli effetti dei cambiamenti climatici. Da Stoccolma, nel corso delle Giornate europee per lo sviluppo, Mary Robinson, presidente della 'Ethical globalization initiative' e vicepresidente del Club di Madrid, ha invitato l'Europa a prendere la leadership al prossimo vertice mondiale sul clima. "E' giunto il momento di prendere delle decisioni concrete", ha sollecitato, "per la Ue è arrivato il tempo della leadership: se l'Europa prende l'iniziativa, questo avrà conseguenze positive sulla Cina, il Brasile e gli Stati Uniti". Robinson è intervenuta alla conferenza di presentazione del rapporto sullo Sviluppo 2010 redatto dagli esperti della Banca mondiale e intitolato 'Sviluppo e cambiamenti climatici'. Per l'ex presidente dell'Irlanda ed ex Alto commissario Onu per i diritti umani, l'orso polare immagine-simbolo degli effetti dei cambiamenti climatici, è "un'immagine sbagliata". Quella giusta, ha osservato, "rappresenta un povero contadino, ed è una donna. Disperata". Istituzioni più efficaci per favorire lo sviluppo Un paradigma per lo sviluppo che sia più partecipativo, rispettoso e inclusivo. Lo hanno chiesto da Stoccolma i relatori intervenuti al dibattito nella sessione plenaria 'Democrazia e sviluppo'. I partecipanti hanno sottolineato la necessità di "governance e infrastrutture migliori attraverso istituzioni trasparenti ed efficaci". "Dobbiamo garantire agli africani il diritto di scelta", ha sottolineato Ellen Johnson-Sirleaf, presidente della Liberia, "uno dei principi fondamentali della democrazia, per assicurare che le nostre priorità siano rispettate e i nostri obiettivi raggiunti". L'Unione europea e la politica di sviluppo svedese sostengono la democrazia. Gunilla Carlsson, ministro svedese per la Cooperazione allo sviluppo, ha osservato che "i Paesi dell'Unione devono riesaminare le politiche di sviluppo nel contesto locale e tenere conto delle capacità locali". Per Karel de Gucht, commissario europeo per lo sviluppo e gli aiuti umanitari, è "arrivato il momento di cambiare il paradigma di sviluppo, ma occorre definire in che modo". Lo sviluppo, ha spiegato de Gucht, "non riguarda solo l'economia, ma anche le istituzioni, la società civile e la governance". Helen Clark, amministratore del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp), ha assicurato da parte sua che con il Programma l'Onu continuerà a "sostenere governi non corrotti, capaci di favorire e incrementare lo sviluppo". Ue-Africa, una nuova leadership per la democrazia Una nuova iniziativa per "la leadership e la democrazia in Africa" è stata lanciata alle Giornate europee di Stoccolma. Si tratta di un programma di formazione alla democrazia per dirigenti politici e cittadini provenienti da tutta l'Africa. Il programma prevede un comitato politico (iLEDA Academy), uno cittadino (iLEDA School) e offre servizi di consulenza in materia di formazione e sviluppo della leadership. "La leadership democratica africana ha fatto molti progressi negli ultimi decenni", ha affermato Olmo Von Meijenfeldt, uno dei responsabili del Programma iLEDA. "L'obiettivo è quello di creare un luogo dove formare una nuova generazione di leader politici". Tra i partner dell'iniziativa ci sono l'Idasa African Democracy Institute, con sede in Sudafrica; l'Istituto olandese per la democrazia multipartitica e l'Africa Forum. "E' fondamentale", ha sottolineato Francina Mhundwa, un'altra esperta del programma Idasa, "che si arrivi a un punto in cui l'Africa smetta di piangere e di lamentarsi per la mancanza di leadership". Alle Giornate europee di Stoccolma, che si concludono oggi, partecipano circa quattromila tra esperti ed esponenti istituzionali da 125 Paesi, oltre ai rappresentanti di almeno 1.500 organizzazioni della società civile. L'edizione di quest'anno, la quarta, si focalizza sui temi: cambiamenti climatici, crisi globale, democrazia e sviluppo.
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