20 anni fa Mazowiecki al governo di Varsavia |
Varsavia, 24 agosto 2009 - Vent’anni fa oggi Tadeusz Mazowiecki diventa il primo capo di un governo non comunista in un paese, la Polonia, dell’est europeo. Dopo anni di lotta politica, in cui conosce anche il carcere, l’intellettuale cattolico, scrittore, giornalista Mazowiecki viene acclamato in parlamento. Il suo successo politico è strettamente legato a quello di Solidarnosc, la confederazione sindacale fondata e diretta da Lech Walesa nel 1980. Ne diviene consigliere, appoggiando gli scioperi dei cantieri navali.
Allora, nella Polonia comunista, l’idea di un sindacato indipendente
dal potere è impensabile. La sua popolarità sorprende tutti: dieci
milioni di lavoratori, su tredici in tutto, vi aderiscono. Grazie anche al sostegno della Chiesa cattolica, vero collante del paese, Solidarnosc sopravvive in clandestinità. Alla fine degli anni Ottanta è abbastanza forte per contrastare Jaruzelski. Nuovi scioperi generali nell’ottantotto costringono il governo al dialogo. Gli accordi ottenuti nel corso della famosa prima “Tavola Rotonda” tra governo e opposizione portano alla riforma graduale e pacifica della costituzione. Passa anche il principio delle elezioni libere e democratiche. E’ così che il 4 giugno dell’89 la Polonia, pur restando sotto l’influenza sovietica, va alle urne conferendo il potere alle forze democratiche di Solidarnosc; ne seguirà una serie di avvenimenti a catena culminati con la caduta del Muro di Berlino. Se nell’89 Tadeusz Mazowiecki entra a far parte del governo, un anno dopo sarà Lech Walesa ad essere eletto presidente della Polonia.
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