Lockerbie, USA e GB: “Megrahi è un assassino” |
Washington, 21 agosto 2009 - L'accoglienza da eroe riservata da Tripoli ad Abdelbaset Al-Megrahi, l'attentatore di Lockerbie, non è piaciuta a Washington e Londra, che adesso si dicono pronti a valutare con attenzione le prossime mosse libiche e mettono sull'avviso il leader Muammar Gheddafi. E’ stato Barack Obama, per primo, a dirsi "rammaricato" per il rilascio dell'unico condannato per l'attentato che costò la vita a 270 persone: "Dovrebbe stare agli arresti domiciliari", aveva aggiunto il presidente americano. Il Dipartimento di Stato aveva poi fatto sapere, attraverso il portavoce P.J. Crowley che Al-Megrahi ”non va considerato un eroe” e aveva aggiunto: “Terremo d'occhio attentamente ciò che (il governo libico, ndr.) faranno dopo il suo rientro e li abbiamo avvertiti delle conseguenze dei loro gesti sulle nostre relazioni future”. Il governo britannico non è stato da meno. Pur attento a non interferire nelle decisioni prese dagli scozzesi, per i quali lo 007 libico versa in condizioni di salute gravissime, il Segretario agli esteri, David Miliband, ha detto: "Naturalmente, è profondamente penoso, sconvolgente vedere che uno stragista è accolto come un eroe. E' importante che la Libia sappia che è da come gestiranno la faccenda che interpreteremo la possibilità di un rientro di Tripoli nella comunità civile delle nazioni".
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