Analisti perplessi sulle alte cariche Ue |
Bruxelles, 21 novembre 2009 – Le nomine del premier belga Herman Van Rompuy (PPE) alla presidenza dell’Ue e dell’attuale commissario al commercio, la baronessa inglese Catherine Ashton (PSE) ad alto rappresentante per la politica estera e la sicurezza dell’Ue, lasciano perplessa l’opinione pubblica. Entrambi decisamente poco conosciuti, sembrano avere troppa poca esperienza a livello internazionale per riuscire a trovare una linea comune tra i membri dell’Unione e una posizione europea forte. Per analisti e politologi la scelta dimostra la scarsa ambizione dell’Europa e la volontà dei grandi Paesi di continuare ad avere una propria autonomia di azione. Secondo quando stabilito dal Trattato di Lisbona, le due alte cariche entreranno in funzione il primo dicembre prossimo e concluderanno il mandato a maggio 2012. Riguardo alla nomine, il ministro degli esteri Franco Frattini, in una intervista a “La Stampa”, osserva che da un'Europa che si divide sempre su questioni importanti non ci si poteva aspettare un “salto di qualità politica”. L'Ue, sostiene Frattini, ha raggiunto un'intesa non sul massimo comun denominatore, ma su candidati sui quali nessuno potesse avere obiezioni. "Il vincitore è Barroso, che assume il ruolo di personalità più forte al vertice europeo. Il perdente - spiega Frattini - è il gruppo socialista di Schulz. Alla fine i socialisti hanno ceduto alla richiesta britannica per aiutare un governo amico in difficoltà a pochi mesi dal voto, e hanno abbandonato D’Alema. Noi – ha precisato – siamo stati sempre leali alla candidatura di D’Alema, fino all'ultimo. Sarebbe stato un ottimo Mister Pesc”.
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