Bosnia, proposte di riforma guardando a Ue e Nato |
Sarajevo, 20 ottobre 2009 - La Bosnia cerca faticosamente di avvicinarsi all’Europa, ma la strada appare lunga e in salita. All’avvio della seconda riunione dei leader bosniaci con i rappresentanti di Unione europea e Stati Uniti, gli abitanti di Sarajevo hanno protestato contro i loro governanti, accusati di non aver fatto nulla in dieci anni per normalizzare la situazione. In questi giorni i leader delle tre componenti della Bosnia-Herzegovina hanno esaminato le proposte di riforma costituzionale e di organizzazione dello Stato sottoposte dai rappresentanti internazionali. “Siamo qui – ha detto Haris Silajdic, rappresentante musulmano della presidenza tripartita – perché gli accordi di Dayton non sono stati rispettati, perché l’applicazione degli accordi è stata selettiva. È per questo che ci troviamo nella situazione attuale”. Con gli accordi che nel 1995 misero fine alla guerra, il paese fu diviso in due entità autonome, la Federazione croato-musulmana e la Repubblica Serba di Bosnia. Da allora, la Bosnia-Herzegovina resta in una situazione instabile, che ostacola l’ingresso del paese nell’Unione europea e nella Nato.
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