Nord Corea, timida apertura verso Usa e Seul |
New York, 20 agosto 2009 - Un passo, timido. Ma uno in più. La Corea del Nord sembra pronta a riprendere il dialogo sul nucleare, ma vuole discuterne direttamente con gli Stati Uniti. Due diplomatici nord-coreani alle Nazioni Unite hanno incontrato il governatore del New Mexico, Bill Richardson, un ex diplomatico che negli anni ’90 si recò più volte a Pyongyang per trattare la liberazione di prigionieri americani. Richardson, che ha accettato di incontrarli, ma precisa di non avere nessun titolo per rappresentare la linea della Casa Bianca, è ottimista: “C‘è un piccolo spiraglio – dice Richardson, riferendosi a vari segnali -: dobbiamo sfruttare questo spiraglio, poi il prossimo passo sarà una forma di dialogo che coinvolga gli Stati Uniti e la Corea del Nord.” Uno dei segnali, forse il più evidente, è stata la liberazione da parte di Pyongyang di due giornaliste americane, accusate di essere entrate illegalmente nel paese, per azioni di spionaggio. Liberazione avvenuta dopo un incontro con l’ex presidente americano, Bill Clinton, il quale aveva però precisato di aver agito senza mandato della Casa Bianca, e senza rappresentarne la linea politica: stessa precisazione fatta ora da Bill Richardson, membro del partito democratico, come Clinton e come Obama. Si apprende intanto che la Corea del Nord invierà una delegazione in Corea del Sud per partecipare ai funerali dell'ex presidente sudcoreano e premio Nobel Kim Dae-jung, che si terranno domenica in forma solenne. Il leader Kim Jong-il ha approvato l'invio del gruppo di rappresentanti che sarà guidato dal segretario del comitato centrale del partito dei lavoratori, Kim Ki-nam. A Seul la visita è considerata un gesto di riavvicinamento. Pyongyang revocherà inoltre da oggi, i divieti al traffico lungo il confine che erano stati adottati 8 mesi fa in segno di protesta contro la riduzione degli aiuti umanitari da Seul.
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