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Frattini sui soldati italiani in Afghanistan

 

Roma, 19 agosto 2009 - Sulla situazione in Afghanistan il ministro degli esteri Franco Frattini osserva che “resta molto da fare: ecco perché è sbagliato parlare di “exit strategy” domani. Sarebbe fare come i russi, che se ne andarono lasciando spazio ai talebani''. Alla vigilia delle elezioni presidenziali e provinciali in Afghanistan, Frattini spiega la posizione del governo italiano, sottolineando che “la cosa importante, oggi, è che le elezioni siano credibili: i nostri soldati hanno fatto un ottimo lavoro in questa fase critica”.

Tuttavia Frattini resta cauto sulla permanenza delle truppe di rinforzo, osservando, in un'intervista con La Stampa, che “dipenderà dall'assestamento postelettorale. Per ora è previsto che restino per le elezioni, compreso un eventuale secondo turno. Con Berlusconi e La Russa - aggiunge - non si è parlato per ora di un prolungamento della loro presenza. Alla luce dei risultati elettorali si potranno fare nuove valutazioni. La cosa certa è che l'Afghanistan - ribadisce Frattini - é la priorità numero uno della nostra politica estera”.

Secondo il responsabile della Farnesina, a Kabul la Nato “è alla prova maggiore della sua credibilità dalla fine della guerra fredda: abbiamo preso un impegno e non possiamo lasciarlo incompiuto”. In ogni caso, precisa il ministro, vi sono differenze notevoli tra la situazione in cui si trovò la Russia 25 anni fa e l'attuale: sotto il profilo della sicurezza “sono stati ottenuti grandi risultati”, anche se resta “la difficoltà di distinguere tra le organizzazioni talebane che rispondono a gruppi tribali e quelle legate ad Al Qaeda”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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