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Nucleare, Obama a Iran e Corea: basta con le provocazioni


 

Seul, 19 novembre 2009 - Il presidente americano Barack Obama ha annunciato l'intenzione di mandare il proprio inviato speciale per la Corea del nord a Pyongyang l'8 dicembre nel tentativo di riavviare i colloqui multinazionali sul programma nucleare del regno eremita.
Nel corso di una conferenza stampa tenuta al termine del suo incontro con il presidente sudcoreano, Lee Myung Bak a Seul, ultima tappa del suo giro in Asia, Obama ha detto che la missione di Stephen Bosworth, rappresentante speciale per la politica nordcoreana, dovrà servire a ravvivare i colloqui a sei (Corea del nord e Corea del sud, Stati Uniti, Cina, Russia e Giappone) sulla Corea del nord, colloqui che quest'ultima diserta da aprile.

I presidenti di Usa e Corea del Sud concordano, infatti, che le provocazioni devono finire ed è tempo che Pyongyang torni al tavolo negoziale. "La cosa che voglio sottolineare è che io e il presidente Lee siamo d'accordo sul fatto di voler spezzare il modello del passato, con la Corea del Nord che si comporta provocatoriamente e che poi è disposta a tornare a parlare e, infine, è alla ricerca di concessioni", afferma Obama in conferenza stampa, poco prima di ripartire per Washington. Lee, da parte sua, afferma che la Corea del Nord potrebbe sperare in robusti aiuti economici rinunciando alle ambizioni nucleari attraverso "un processo completo e verificabile, e soprattutto con una soluzione omnicomprensiva".

Severo monito anche all'Iran: il presidente Usa ha annunciato che le potenze mondiali preparano "un insieme di misure potenziali" per avvertire con "un messaggio chiaro" Teheran che deve rinunciare alle sue attività nucleari. "Ora l'Iran si è preso settimane e non ha mostrato la sua disponibilità ad accogliere le proposte" internazionali. E di conseguenza abbiamo cominciato le discussioni con i nostri partner internazionali sull'importanza che ci siano ripercussioni".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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