Nuovo accordo Ue-Usa sui dati bancari |
Strasburgo, 17 settembre 3009 - Sotto la pressione degli eurodeputati, il Consiglio dei ministri Ue si è detto d'accordo a rinegoziare l'intesa con gli Usa sul trasferimento dei dati bancari il prossimo anno quando, con il trattato di Lisbona, il Parlamento potrebbe avere l'ultima parola su questo tipo di accordi. Nel frattempo, l'aula ha adottato una risoluzione che illustra le linee guida per garantire che la privacy non sia minacciata con l'accordo in fase di negoziazione. In una risoluzione adottata oggi, i deputati, ribadiscono che i dati dovrebbero essere trasmessi alle autorità statunitensi ed elaborati "solamente ai fini della lotta contro il terrorismo" e che il trattamento e l'utilizzo di tali dati "non sia sproporzionato" rispetto a questo obiettivo. I deputati evocano inoltre la necessità di trovare "un giusto equilibrio tra misure di sicurezza e tutela delle libertà civili e dei diritti fondamentali". Ai cittadini e alle imprese dell'UE dovrebbe essere garantito un livello equivalente di diritti di difesa, e dovrebbero essere istituiti "meccanismi di ricorso giurisdizionale" per prevenire gli abusi. Nel corso di numerosi dibattiti in seno alla commissione per le libertà civili, i deputati hanno espresso la loro preoccupazione quanto all'esclusione del Parlamento dai negoziati sull'accordo ad interim Ue-Usa in merito al trasferimento dei dati bancari. Beatrice Ask, ministro svedese della giustizia ha annunciato ieri che il testo negoziati con gli Stati Uniti " non entrerà in vigore per più di 12 mesi". Il commissario Jacques Barrot ha quindi affermato che "una immediata rinegoziazione avrà luogo in base al Trattato di Lisbona", che darebbe l'ultima parola sul testo al Parlamento. I deputati hanno anche espresso preoccupazione riguardo alla base giuridica scelta per l'accordo previsto: in luglio, i ministri Ue hanno deciso all'unanimità di dare un mandato alla Commissione senza coinvolgere il Parlamento. Ciò, secondo la risoluzione, contrasta con il parere del servizio giuridico del Consiglio secondo il quale la questione è di competenza della Comunità.
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