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La Svizzera riduce di un terzo le forze militari

 

Berna, 17 agosto 2009 – La neutrale Svizzera ha deciso di ridurre il suo esercito. Il ministro della Difesa Ueli Maurer ha annunciato un taglio di almeno un terzo dei militari da qui a una decina d’anni. Al contempo saranno potenziate le missioni umanitarie all’estero, una posizione da lui sempre osteggiata quando era alla guida del suo partito, l’Udc, di destra. Attualmente le forze armate contano 120mila uomini, che potrebbero diventare 80mila e, a loro volta, gli 80mila riservisti diventare 40mila. Si prevede, in particolare, di ridurre gli effettivi nel settore delle armi pesanti, ossia artiglieria e carri.

Per la socialista Evi Allemann è una mossa giustificata: “Questa riduzione si avvicina alla realtà di oggi. Bisognava occuparsene. Il nostro esercito, allo stato attuale, non può più essere finanziato e non è appropriato”. Contrario Ulrich Schlüer, dell’Udc: “Siamo al limite. 80mila soldati per missioni di difesa non sono abbastanza. Se, facciamo un esempio, l’esercito svizzero dovesse anche solo controllare la linea ferroviaria tra Zurigo e Losanna per tre settimane, non riuscirebbe a farlo”.

Oltre ai tagli dell’esercito, al vaglio del Consiglio Federale arriverà mercoledì un progetto di legge per verificare l’idoneità dei soldati a portare armi, elaborato alla luce dell’alto numero di omicidi e suicidi commessi con l’arma di servizio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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