Si indaga sul relitto nel Tirreno calabrese |
Roma, 13 settembre 2009 - Una task force del ministero dell'ambiente si appresta a operare nel mar Tirreno al largo della Calabria dove, a 500 metri di profondità, è stato individuato un relitto che potrebbe custodire scorie tossiche. Ne dà notizia un comunicato del ministero in cui si aggiunge: “Appreso dell'avvistamento del relitto è stato attivato un coordinamento operativo fra Corpo delle Capitanerie di porto Guardia costiera, Nucleo ecologico dei Carabinieri, Ispra e direzione competente del ministero". Un vertice si terrà domani al ministero dell'ambiente alla presenza anche della Guardia costiera, che è dotata di unità per la tutela ambientale attrezzate con le più moderne tecnologie. Intanto i mezzi navali antinquinamento utilizzati dal ministero si stanno già dirigendo nella zona. “Obiettivo - conclude la nota – è quello di mettere in campo tutte le unità e le conoscenze tecniche che possano agevolare l'accertamento di ciò che è sepolto in fondo al Tirreno e, quindi, eventualmente programmare gli interventi necessari a salvaguardia dell'ambiente e della salute pubblica. Il ministero, in considerazione del fatto che la vicenda è oggetto di una inchiesta della magistratura, metterà mezzi e professionalità a disposizione della Procura competente”. Lo scafo della nave, rinvenuta nelle acque presso Cetraro (Cosenza), presenta un grosso squarcio sulla prua. Questo avrebbe portato gli inquirenti a pensare che si tratti di un’imbarcazione descritta da un collaboratore di giustizia ai magistrati della Procura di Paola. Stando al racconto dell’uomo la stiva della nave conterrebbe 120 fusti di scorie radioattive, elementi che sono confermati dalle prime immagini riprese dal robot sottomarino.
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