Per il presidente regionale antimafia, commistioni ‘ndrangheta-servizi segreti |
Interessi oscuri su navi affondate nel Tirreno calabrese |
Catanzaro, 14 settembre 2009 – “Vent'anni di inchieste e morti sospette non erano bastati a condurre alla verità. Troppi intrecci inconfessabili, troppi interessi oscuri avevano circondato la brutta storia delle “navi a perdere”, rimasta solo un'inquietante ipotesi investigativa fino alla recente scoperta del relitto affondato nel Tirreno cosentino. Oggi, forti della prima, drammatica conferma, è arrivato il momento di scoperchiare tutto il nauseabondo calderone in cui gli interessi delle cosche della 'ndrangheta si sarebbero mescolati con quelli di faccendieri internazionali e servizi segreti: lo impongono il diritto alla salute dei calabresi e il diritto alla salvaguardia di una terra trasformata in pattumiera radioattiva”. E' quanto dichiara il capogruppo di Rifondazione comunista in Consiglio regionale e presidente della Commissione regionale antimafia Nino De Gaetano, che esprime "seria preoccupazione" per lo scenario emerso finora dall'inchiesta condotta dalla Procura di Paola. “La forte contaminazione radioattiva registrata dai tecnici dell'Arpacal e dai carabinieri del Noe lungo il greto del fiume Olivo, tra i comuni di Serra D'Aiello, Aiello Calabro, Amantea e San Pietro in Amantea, - spiega - ha riacceso i riflettori giudiziari sulla misteriosa vicenda della motonave Jolly Rosso, arenata ad Amantea il 14 dicembre 1990 e al centro, insieme con altre carrette del mare, di una serie di inchieste su un presunto traffico internazionale di rifiuti radioattivi. Oggi, con la scoperta del mercantile adagiato con la stiva squarciata sul fondale al largo di Cetraro, proprio nel punto indicato dal pentito Francesco Fonti, la “leggenda" delle navi affondate con rifiuti tossici e pericolosi acquista innegabile consistenza”.
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