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Prosegue il processo contro gli oppositori di Ahmadinejad

L’Iran condanna le ingerenze straniere

 

Teheran, 10 agosto 2009 - Il ministero degli esteri dell'Iran protesta contro gli “interventi” stranieri negli affari interni del paese affermando che il processo contro i manifestanti arrestati dopo le presidenziali di giugno si svolge in maniera conforme alle leggi internazionali. Secondo il portavoce del ministero Hassan Ghashghavi, citato dall'agenzia ufficiale Irna, la reazione dei paesi occidentali al processo è illegale e sorprendente.

Sono un centinaio gli imputati sotto processo per aver partecipato alle manifestazioni di protesta, represse nel sangue, seguite al voto del 12 giugno. Elezioni che hanno riconfermato il presidente Ahmadinejad. Tra gli imputati figurano anche la lettrice francese Clotilde Reiss e due impiegati delle ambasciate britannica e francese. Teheran sottolinea che il processo in corso è legale e che le confessioni non sono state estorte, mentre definisce illegali le ingerenze dei paesi occidentali.

Il regime sostiene che le manifestazioni sono state orchestrate dall'estero. Ieri il ministro degli affari esteri francese, Bernard Kouchner, ha usato parole aspre richiedendo la liberazione immediata della giovane francese, arrestata il primo luglio, perché "non è colpevole di nulla", e la presidenza svedese dell'Ue si è scagliata contro il processo a queste tre persone chiedendo che siano "liberate rapidamente".

Clotilde Reiss da parte sua ha ammesso di aver partecipato a delle manifestazioni il 15 e 17 giugno a Isfahan, e di aver scattato foto e girato delle immagini. Su questa “confessione” si appoggia il portavoce del ministero degli esteri: “Questa francese è venuta a insegnare il francese all'università di Isfahan. Poi ha partecipato a delle manifestazioni a Teheran, ha scattato foto e fatto delle riprese. Questo non ha nulla a che vedere con l'insegnamento del francese. Voleva insegnare il francese ai manifestanti?” ha detto Hassan Ghashghavi nel corso di un incontro stampa. “Poi ha mandato un migliaio di email e di foto. Che vuol dire?”. Inoltre secondo Ghashghavi “il processo dimostra che questa persona e le altre due (gli impiegati delle ambasciate) sono giudicati conformemente alle leggi internazionali. L'imputata ha un avvocato e il processo è perfettamente legale”.  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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