Frattini su sconfinamento pescherecci in acque libiche |
Roma, 8 agosto 2009 - Non c'è alcun "segnale di inasprimento" negli atteggiamenti della Libia nei confronti dei pescherecci italiani. Lo ha chiarito il ministro degli esteri, Franco Frattini, dopo che ieri l'ambasciata di Tripoli ha annunciato che non saranno più tollerati sconfinamenti delle imbarcazioni italiane nelle acque territoriali del Paese africano. “La Libia ha voluto dare all'Italia un segnale”, ha spiegato il titolare della Farnesina, ricordando che l'altro ieri alcuni pescherecci siciliani che erano sconfinati in acque territoriali libiche, sono stati rilasciati senza esigere il pagamento di sanzioni. “E' ovvio - ha aggiunto Frattini - che la Libia voglia però richiamare al fatto che le regole debbano essere rispettate, così come noi pretendiamo in Italia che rispettino le nostre. Non è assolutamente un segnale di inasprimento, tra l'altro viene proprio all'indomani di un gesto di assoluta simpatia per l'Italia”. Dopo il caso dei due motopescherecci “Monastir” e “Tulipano” - fermati dai libici lo scorso 22 luglio e rilasciati il 4 agosto - l'ambasciata libica in Italia ha voluto fare chiarezza circa le violazioni all'esercizio delle attività di pesca da parte di battelli italiani colti nelle acque sotto la sovranità libica”. Se in futuro dovessero esserci nuovi sconfinamenti, Tripoli procederà al sequestro del pesce a bordo dei battelli e di tutte le attrezzature per la pesca e pretenderà il pagamento di sanzioni pecuniarie che potrebbero raggiungere il valore dello stesso peschereccio.
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