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Ue, il processo di Teheran “un’azione contro l’Europa”

 

Stoccolma, 8 agosto 2009 – Il processo a Teheran per i disordini scoppiati dopo le elezioni presidenziali è “contro tutta l'Unione europea”. Lo afferma la presidenza svedese di turno dell'Ue. La presidenza esprime in una nota la sua “preoccupazione sullo svolgimento del processo in corso a Teheran” contro un centinaio di oppositori che vede fra gli imputati una cittadina francese, un dipendente dell'ambasciata britannica e una di quella francese.

La presidenza ribadisce che "le azioni contro i Paesi della Ue - i suoi cittadini o lo staff di ambasciate - sono considerate un'azione contro tutta la Ue, e saranno trattate a questa stregua”. Nella nota si aggiunge che “L’Unione europea segue da vicino il processo e chiede che le persone imputate siano rilasciate al più presto”.

Londra, che ha definito “completamente inaccettabile e un oltraggio” il processo a carico del dipendente della propria ambasciata, ha fatto sapere di ritenere il processo “in netta contraddizione con le assicurazioni che ripetutamente sono state fornite da alti rappresentanti iraniani”. Una portavoce del Foreign Office ha inoltre affermato di deplorare “questi processi e le cosiddette confessioni dei prigionieri ai quali è stato negato il rispetto dei diritti umani più basilari”.

Anche il governo di Parigi ha condannato il processo iraniano alla cittadina francese Clotilde Reiss e all'impiegata dell'ambasciata a Teheran, Nazak Afshar, e ha chiesto la loro “liberazione immediata”. Lo ha reso noto il ministero degli esteri francese.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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