L’argomento dibattuto nella seduta del Parlamento Europeo |
Libertà stampa Italia, Reding: non tocca a Ue intervenire |
Bruxelles, 8 ottobre 2009 –“Non bisogna utilizzare le istituzioni europee per risolvere questioni che spettano ai governi nazionali”. Lo ha detto il commissario Ue per le telecomunicazioni Vivian Reding intervenendo al Parlamento europeo nel corso del dibattito sulla libertà di informazione in Italia. "Tutti i ventisette Stati membri – ha detto - hanno costituzioni, tribunali, corti d'appello e costituzionali che assicurano che i diritti fondamentali siano rispettati. Perciò vi chiedo di non fare uso delle istituzioni europee per risolvere problemi che in base ai trattati devono essere risolti a livello nazionale”. Il dibattito è stato messo all'ordine del giorno su iniziativa di un gruppo di europarlamentari italiani d'opposizione, sostenuti da un ampio schieramento di eurodeputati, dopo l'intensificarsi degli attacchi agli organi di informazione da parte del premier Silvio Berlusconi. Il Commissario Vivian Reding ha replicato ad alcuni europarlamentari che avevano chiesto l'applicazione dell'articolo 7 del trattato Ue, che prevede la possibilità di privare uno Stato del diritto di voto in Consiglio in caso di violazioni gravi delle norme a tutela dei diritti fondamentali. "L'articolo 7 – ha spiegato la Reding - è un provvedimento eccezionale. Si applica solo in caso di completo collasso del sistema dei diritti fondamentali. Inutile dire che in nessuno Stato membro dell'Ue siamo in presenza di una situazione del genere". Il Commissario ha infine invitato il Parlamento europeo a discutere di quale dovrebbe essere la base legale su cui presentare una direttiva europea sul pluralismo e sulla concentrazione dei media in Europa. Reding ha ricordato che negli anni 90 la Commissione aveva iniziato a lavorare ad un progetto del genere, ma tutti gli Stati Ue si erano opposti, ritenendolo al di fuori delle competenze europee. "Prima di cominciare a riflettere su questo tema – ha aggiunto - la Commissione ha bisogno del forte sostegno del Parlamento europeo. Va chiarito quale problema del mercato interno si vuole risolvere con la direttiva. Dire semplicemente 'non voglio questa o quella persona al governo in questo o in quel paese' non è sufficiente a giustificare una legislazione europea".
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