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L’Ue condanna le esecuzioni di massa in Iran

 

Bruxelles, 7 agosto 2009 - La presidenza svedese dell'Unione europea ha condannato l'impiccagione di 24 uomini, ufficialmente accusati di traffico di droga, avvenuta la scorso 30 luglio in Iran, ma di cui si è avuta notizia solo l’altro ieri. Ribadendo il proprio appello volto all'abolizione della pena capitale, la presidenza svedese dell'Ue si è detta “angosciata per il continuo ricorso alle esecuzioni su vasta scala in Iran, comprese quelle collettive avvenute per esempio lo scorso mese”.

L'Ue ha ricordato “l'opposizione dei Ventisette nei confronti della pena di morte in qualsiasi circostanza”, sottolineando che in caso di errore giudiziario si arriverebbe ad una ''irreversibile e irreparabile perdita di vite umane”.

Il quotidiano di Teheran “Etemad” ha riferito che l'esecuzione di 24 persone, condannate per traffico internazionale di droga, è avvenuta presso il carcere di Karaj ed è stata ordinata dalla Corte suprema. Dall'inizio dell'anno sono state 219 le persone impiccate nella Repubblica islamica dopo che il 4 luglio scorso erano stati giustiziati altri 20 condannati per droga. Nel 2008 l'Iran ha eseguito 246 condanne a morte, secondo nel mondo soltanto alla Cina. La pena di morte viene inflitta per omicidio, stupro, rapina a mano armata, traffico di droga, ma anche per adulterio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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