Napolitano ricorda l'8 settembre di 66 anni fa |
Roma, 8 settembre 2009 - Deponendo una corona di fiori a Porta San Paolo, luogo simbolo dell'inizio della Resistenza nella capitale, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha partecipato alla celebrazione dell'8 settembre 1943, data dell'annuncio dell'armistizio che avrebbe spezzato in due il paese e segnato l'avvio della lotta di liberazione. Una lapide nel parco di Porta San Paolo ricorda che i morti della lotta di Resistenza furono 87mila: "Tanti furono i partigiani e tanti furono i militari che morirono per ridare indipendenza, libertà, dignità al Paese", ha sottolineato Napolitano. A margine della cerimonia il capo dello Stato ricorda la Resistenza e sollecita l'avvio delle celebrazioni per i 150 anni dell'Unita d'Italia . Fra le due cose, spiega non c'è soluzione di continuità. “Anche nella sua essenzialità, la cerimonia di oggi è molto significativa”, ha detto Napolitano dopo aver deposto la corona di fiori a Porta San Paolo, dove ebbe luogo il primo episodio della resistenza contro i nazisti e fascisti. Alla manifestazione sono anche intervenuti il ministro della difesa Ignazio La Russa, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il presidente della Provincia Nicola Zingaretti, il governatore della Regione Lazio Piero Marrazzo, il presidente della Corte costituzionale Francesco Amirante e il vicepresidente della Camera Rocco Buttiglione. Al termine della cerimonia, il ministro della difesa La Russa, parlando con i giornalisti ha detto che “qui, a Porta San Paolo, si compì un autentico miracolo, cui poi seguì il sacrificio di Salvo D'Acquisto”. Quindi, ricordando la cerimonia alla quale partecipò lo scorso anno e che non mancò di sollevare qualche polemica storico-politica, La Russa ha osservato: "Grazie al presidente della Repubblica Napolitano e al presidente del Consiglio Berlusconi è stato compiuto con l'aiuto di tutti, nessuna parte politica esclusa, un cammino significativo verso una maggiore e totale concordia nazionale”. Quell’8 settembre di 66 anni fa, alle 19.45, il maresciallo Pietro Badoglio annunciava agli italiani l'armistizio con l'Inghilterra e gli Stati Uniti, firmato in gran segreto alcuni giorni prima a Cassibile, in Sicilia, dal plenipotenziario italiano generale Castellani e dal generale americano Smith. La notizia era già stata anticipata nel pomeriggio da Radio New York, nonostante le richieste del governo italiano al generale Eisenhower di attendere un'altra settimana per permettere alle forze armate di organizzarsi contro la prevedibile reazione tedesca. Di lì a poco l'Italia sarebbe precipitata nel caos, mentre Vittorio Emanuele III e Badoglio lasciavano Roma e l'esercito senza nessun preavviso e senza ordini precisi. Il giorno dopo nasceva il Comitato di liberazione nazionale (Cnl), fu l'inizio della Resistenza e della lotta di liberazione dal fascismo e dall'occupazione tedesca.
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