Siddi segretario Fnsi: “No al guinzaglio, non ci lasceremo imbavagliare” |
Giornalisti spaccati sulla manifestazione di Roma |
Roma, 3 ottobre 2009 – Spaccato il fronte dei giornalisti sulla manifestazione per la libertà di stampa. Soltanto una parte del mondo dell'informazione ha risposto all’appello del sindacato di categoria che ha richiamato in piazza del popolo, diverse migliaia di persone tra cui esponenti politici dell’opposizione, della società civile e della Cgil cui si sono poi uniti studenti e precari della scuola. Tra bandiere, cartelli e striscioni, alcuni slogan:"Non essere ascoltati non è una ragione per tacere", "La libertà è come l'aria: ci accorgiamo che manca quando non c'è più". La manifestazione si è aperta con un minuto di silenzio per ricordare le vittime di Messina. Primo a intervenire il segretario della Fnsi, Franco Siddi, per ribadire il clima ''pesante'' in cui si trova ad operare la categoria e la volontà, comunque, ''di non lasciarsi imbavagliare''. Siddi ha parlato di ''farsa'' riferendosi però a chi ''si ostina a negare ciò che sta avvenendo nel nostro Paese. Noi non abbiamo nemici - ha sottolineato - ma solo chiediamo il diritto di poter svolgere liberamente e con la schiena dritta il nostro lavoro e di adempiere al mandato costituzionale di informare i cittadini. Rispettiamo il potere politico ma anche l'articolo 21 della nostra Costituzione, frutto di tanti sforzi da parte dei nostri padri''. Sono poi intervenuti dal palco rappresentanti di comitati di redazione di alcune testate, tra cui Avvenire, giornalisti stranieri e precari dell'informazione. Ma a fare da catalizzatore, è stato l'intervento, dopo quello del costituzionalista ed ex presidente della Consulta, Valerio Onida, del giornalista anti-camorra Roberto Saviano il quale, tra l'altro, ha voluto ricordare i tanti caduti anche tra gli operatori dell'informazione per raccontare storie di marginalità nel sud Italia e denunciare gli intrecci tra malavita e potere. Si sono dissociati dalla manifestazione la componente sindacale della Fnsi "L'alternativa" e l'associazione "Lettera 22". La componente "Alternativa" definisce la Fnsi "un sindacato unico, anziché unitario". E in una nota lamenta: "Purtroppo chi gestisce da anni il sindacato dei giornalisti preferisce fare politica anziché fare sindacato". Netta anche la posizione di "Lettera 22": "La piazza non ci piace perché si pretende di spacciare la volontà di pochi o molti per la volontà di tutti. La parata di Roma – si osserva - è organizzata da chi, se potesse, la libertà la imbavaglierebbe". Il direttore del Tg1 Augusto Minzolin in un editoriale trasmesso nell’edizione delle ore 20, ha commentato che “si è manifestato a Roma contro un ipotetico regime politico per insediare un regime mediatico” e ricordando che "il 68 per cento delle querele dei politici ai giornali arriva da esponenti dei partiti di sinistra. L'informazione – ha affermato - è piuttosto diventata il teatro di uno scontro tra poteri, e non si può pensare che i giornali abbiano sempre ragione. Nè che i giornalisti che hanno opinioni diverse siano nemici o servi”. Immediate le reazioni: Gentiloni (Pd) ha commentato: "Non ci sono precedenti di un simile stravolgimento di un telegiornale del servizio pubblico". Per Pardi (IdV) "il Tg1 è diventato un servizio privato a esclusivo vantaggio di Berlusconi". Replica il portavoce del PdL Capezzone che definisce "inaccettabile" da parte del Pd "il metodo delle minacce" contro Minzolini e aggiunge: "Finalmente la prima testata Rai obbedisce agli obblighi del servizio pubblico, dà spazio a tutte le voci"
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