Il presidente Usa spera che la forte alleanza con Tokio possa prosperare |
Obama si congratula con Yukio Hatoyama |
Washington, 31 agosto 2009 - La vittoria di Yukio Hatoyama nelle elezioni politiche giapponesi apre una pagina incerta nelle relazioni di Tokyo con Washington, a partire dalla presenza delle basi militari nel paese del Sol Levante, fonte di irritazione per le comunità insediate nei pressi delle infrastrutture militari, alle navi che, all'ancora nell'Oceano indiano, svolgono missione di rifornimento per le truppe americane di stanza in Afghanistan. Hatoyama ha messo le mani avanti rispetto a una deviazione della politica estera giapponese, da una rotta semi-atlantista a una principalmente asiatica. "Non sono antiamericano", ha detto il premier in pectore, con l'obiettivo di rassicurare Washington dopo che in un suo articolo apparso una settimana fa sul New York Times, aveva segnalato la prossima “fine di un'era a guida americana” e l'avvio di un'era “multipolare”. Inoltre, scriveva il futuro premier, “la regione dell'Est asiatico, che mostra una grande vitalità, va riconosciuta come la sfera di interesse del Giappone. L'articolo - ha precisato Hatoyama il giorno dopo la vittoria - non intendeva avere contenuti antiamericani e l'idea di una comunità dell'est asiatico non esclude gli Stati Uniti". A Washington, però, la preoccupazione resta ed è per questo che Barack Obama si è affrettato a congratularsi con il trionfatore delle elezioni, ad invocare una “stretta collaborazione” con lui e a dirsi “fiducioso che la forte alleanza tra Giappone e Stati Uniti prospererà con la leadership del prossimo governo a Tokyo”. L'amministrazione Obama, insomma, pur avendo a Tokyo un governo ideologicamente amico, potrebbe, per ragioni geopolitiche, trovarsi con un alleato in meno in una regione cruciale. Si apprende intanto che il leader liberaldemocratico Taro Aso, premier sconfitto, ha annunciato la volontà di dimettersi dal partito. “Il risultato è molto severo – ha commentato - e credo che dobbiamo riflettere. Per parte mia, mi prendo la responsabilità della sconfitta” .
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