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Rangoon, 31 agosto 2009 – La dissidente birmana Aung San Suu Kyi agli arresti domiciliari, farà ristrutturazione la sua casa alla periferia di Yangon, per evitare nuove intrusioni da parte di estranei, come quella riuscita lo scorso maggio all'americano John William Yettaw, sedicente predicatore mormone, e costatale una condanna a ulteriori diciotto mesi. Lo ha reso noto il suo avvocato personale Nyan Win, portavoce della Lega nazionale per la democrazia (Lnd) guidata dalla stessa Suu Kyi. Sono stati presi contatti con un architetto per la commissione dei lavori che prevedono, tra l'altro, una serie di riparazioni a una terrazza: forse proprio quella attraverso la quale Yettaw riuscì a introdursi nella villetta dove Suu Kyi ha trascorso in isolamento quasi 14 degli ultimi diciotto anni, compresi i sei più recenti.

“Aung San Suu Kyi si preoccupa della sicurezza della propria dimora - ha spiegato il portavoce – e vuole ristrutturarla per impedire nuove intrusioni perché non si fida della vigilanza armata anche se è stata rafforzata rispetto a quando l'americano riuscì ad entrare. E' un fatto che gli arresti domiciliari, sebbene si tratti di una pena ridotta rispetto ai tre anni di carcere duro inflitti in origine all'imputata dopo tre mesi di reclusione nel famigerato carcere di Insein, impediranno a Suu Kyi di agire con una certa libertà in occasione delle future elezioni che il regime farà svolgere l'anno prossimo, quando lei sarà ancora agli arresti e non potrà candidarsi.

Nella villetta, priva di collegamenti online e telefonici, la leader dell'opposizione birmana è assistita da due donne, anche loro oppositrici, e può ricevere visite appena di quando in quando, ma sempre unicamente da parte di medici o legali, uscendone ancora più di rado.
Tra l'altro l'abitazione, appartenuta a sua madre Khin Kyi, è oggetto di una disputa legale in quanto il fratello maggiore, Aung San Oo, ne reclama la comproprietà, contestandone l'assegnazione alla sorella per via ereditaria.

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