n.137 del 25 novembre 2009
  in questo numero:
 
rubriche

Attualità dalle Istituzioni dell'UE
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La settimana sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea
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Carriera e lavoro
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Eden - Scopri i tesori nascosti dell'Europa

L'Europa vista dai giovani
La vocazione europea della Turchia
di Benedetta Baracchi

Internet a banda larga continua a crescere nell'UE
di Matteo Fornara

La Redazione
A questo numero hanno collaborato

La nuova Europa parte dalle nomine
La vecchia storia per cui l'Europa per esistere deve avere un volto riconoscibile o un unico numero di telefono è stata rispolverata anche in occasione delle nuove nomine legate alla prossima entrata in vigore del Trattato di Lisbona.

Come noto, il Trattato prevede numerose innovazioni per rafforzare la legittimazione, l'efficacia e la democraticità del meccanismo decisionale europeo; tra questa, particolarmente rilevanti, le figure del Presidente del Consiglio europeo e l'Alto Rappresentante per la Politica estera e Vice Presidente della Commissione europea.

Dopo intensi negoziati e varie girandole di nomi più o meno illustri, finalmente il Consiglio europeo straordinario del 18 – 19 novembre è arrivato ad un accordo sulla designazione di chi dovrà svolgere queste funzioni chiave: Catherine Ashton, attuale commissaria per il Commercio, ottiene il posto di Alto Rappresentante, il primo ministro belga Van Rompuy quello di primo Presidente permanente.

L'opinione pubblica europea, dopo tutti questi anni di attesa per avere un nuovo Trattato europeo può porsi, legittimamente, l'interrogativo sul ruolo di queste due nuove figure e sui criteri con cui sono state selezionate le personalità che ricopriranno questi posti.

Il nuovo presidente rimarrà in carica per due anni e mezzo e presiederà le riunioni del Consiglio rappresentando l'UE sulla scena mondiale. Non si tratta tanto di dare un volto unico all'Europa, ruolo che si avvicina di più a quello del presidente dell'esecutivo UE Barroso, già confermato per altri cinque anni; ma piuttosto di coordinare le priorità e l'agenda politica dei ventisette Stati per un periodo che vada oltre i sei mesi delle presidenze di rotazione che hanno finora caratterizzato l'impianto decisionale europeo.

Da questo punto di vista la figura di un abile mediatore, a cui è stato attribuito il merito di aver riportato un paese diviso tra Valloni e Fiamminghi come il Belgio ad una certa stabilità, può anche essere adatta. Anche se la mancanza di grande esperienza internazionale, la scarsa notorietà e, soprattutto, l'aperta contrarietà alla prospettiva di allargamento alla Turchia, con cui sono già stati aperti negoziati di adesione con voto unanime del Consiglio e approvazione del Parlamento, ha suscitato non poche perplessità.

La britannica Ashton, se il Parlamento europeo confermerà la sua designazione, avrà invece il difficile ruolo di tentare di coordinare meglio l'azione di politica estera e relazioni economiche esterne della UE...

Carlo Corazza
Direttore della Rappresentanza a Milano

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