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Tesi laurea Sonia di Prisco Napoli, 21 dicembre 2009 – Con una interessante tesi che coinvolge aspetti dell’aviazione comunitaria, si è laureata in ingegneria civile ad indirizzo trasporti presso l’Università “Federico II” di Napoli la collega Sonia di Prisco, socia dell’Associazione dei Giornalisti Europei. Nella suo studio “Green Aviation, l’impatto con l’atmosfera”, relatore la professoressa Bruna Festa, la neo-laureata evidenzia come, al ritmo di crescita attuale del traffico aereo, l’Europa si troverà a dover far fronte ad una carenza di infrastrutture se non verranno adottati opportuni provvedimenti. Entro il 2025 più di 60 aeroporti europei saranno gravemente congestionati, mentre i 20 più grandi aeroporti saranno saturati per 8-10 ore al giorno. Questo anello debole minaccia l’efficienza di tutta la catena del trasporto aereo. Le misure che l’ Ue sta introducendo per rendere più efficienti gli aeroporti d’Europa, e quindi per ridurre l’inquinamento atmosferico prodotto anche dalle attività svolte all’interno degli aeroporti, riguardano l’ottimizzazione delle infrastrutture esistenti, la promozione dell’utilizzo delle tecnologie, l’incremento dei livelli di sicurezza e la pianificazione di nuove infrastrutture. L’aviazione è la fonte di emissioni di gas serra che provoca cambiamenti climatici in più rapida crescita nell’Unione europea. La riduzione dell’inquinamento atmosferico prodotto dalle attività aeronautiche – sottolinea Sonia di Prisco - è oggi possibile, anche perchè molte delle tecnologie richieste sono già disponibili e altre sono allo studio da parte dei principali costruttori europei di velivoli. Ed altre ancora possono essere sviluppate a fronte dell’impiego di risorse adeguate. Tra i progetti dell’Unione europea: il Single European Sky (Cielo Unico Europeo), il Sesar (Single European Sky Air traffic management Research) ed il programma Clean Sky, che ha già preso il via e che trova applicazione nell’industria di costruzione aeronautica per l’innovazione e la progettazione di velivoli non inquinanti. Si deve al progetto Cielo Unico Europeo – rileva Sonia di Prisco - se la sicurezza della navigazione aerea è aumentata.
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